Carne, pesce e latticini fanno parte dei cosiddetti alimenti di “origine animale”, sono prevalentemente fonte di proteine ad alto valore biologico e grassi, sebbene di quantitativi e tipologie differenti.
Ognuna di queste categorie, inoltre, racchiude un’elevata varietà di alimenti con valori e caratteristiche nutrizionali tra loro estremamente eterogenei. Nel termine “latticini”, per esempio, ricadono il latte, lo yogurt, tutti i formaggi (più o meno stagionati e/o magri), la ricotta e il kefir. Per non parlare delle carni, che possono essere rosse o bianche, processate o fresche; o del pesce, termine che include anche molluschi e crostacei e che, soprattutto, si può consumare sia fresco che processato: essiccato, affumicato e/o conservato con l’aggiunta di numerose tipologie di additivi (sale in primis).
Dobbiamo, infine, ricordare che moltissimi dei sopraccitati alimenti, prima di venire consumati, possono essere cucinati in svariate maniere (bolliti, fritti, stufati, grigliati, etc.), comportando ulteriori modifiche a livello chimico e nutrizionale.
Di conseguenza, il report del WCRF, che esprime una valutazione del grado di evidenza della relazione esistente tra i consumi alimentari e lo sviluppo di tumori, ha tenuto in considerazione non solo le diverse caratteristiche nutrizionali dei vari alimenti freschi, ma anche di quelli processati/conservati e, quando possibile, delle modalità di cottura utilizzate prima di mangiarli.
I numerosi studi analizzati hanno permesso una classificazione delle evidenze in: convincenti, probabili, limitate e altamente improbabili. Solamente le evidenze convincenti e probabili vengono utilizzate per formulare le raccomandazioni.
Solide evidenze hanno dimostrato che consumare:
Vediamo ora, più nel dettaglio, quali sono le raccomandazioni del WCRF rispetto al consumo di questi alimenti, che evidenze hanno portato a tali conclusioni e, infine, quali sono i probabili meccanismi biologici coinvolti.
Rispetto al consumo di carne, la raccomandazione del WCRF è: LIMITA IL CONSUMO DI CARNE ROSSA ED EVITA IL CONSUMO DI CARNI LAVORATE.
Un consumo moderato di carne rossa fresca (manzo, vitello, maiale, cavallo, capra, pecora e agnello), all’interno di una dieta sana, non comporta un rischio per la salute e rappresenta, anzi, una buona fonte di nutrienti. Il Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro e altre linee guida nazionali ed internazionali invitano, però, a non superare i 500 g di carne rossa alla settimana, un quantitativo che potrebbe sembrare elevato ma che, in realtà, si raggiunge facilmente con un’alimentazione di tipo “occidentale”.
Diverso, invece, è il suggerimento relativo alle carni lavorate (salumi, insaccati e altre carni trasformate), che andrebbero limitate il più possibile.
Dagli studi effettuati è emerso che un consumo superiore alle quantità raccomandate, in particolare di carni lavorate, può aumentare il rischio di cancro del colon-retto.
In particolare si è visto che:
Tra le probabili cause di questo aumento di rischio, a seguito di un eccessivo consumo di carni rosse e processate, troviamo:
Per quanto riguarda la carne bianca (pollo, tacchino e coniglio), il WCRF non ha trovato sufficienti evidenze per trarre conclusioni, rispetto al rischio di sviluppare o meno tumori.
Carne: a quanto equivale una porzione? La carne è nociva per la salute? I salumi sono cancerogeni?Non esistono raccomandazioni del WCRF rispetto al consumo di pesce, tuttavia forti evidenze hanno dimostrato che un consumo eccessivo di pesce salato, secondo lo stile cantonese, aumenta il rischio di sviluppare il tumore del nasofaringe.
In particolare si è visto che:
È importante sottolineare che questo rischio non aumenta consumando pesce conservato e salato con altre tecniche (per esempio il pesce in scatola che troviamo nei supermercati).
Evidenze ancora limitate per essere tradotte in raccomandazioni, ma comunque indicative, hanno evidenziato, invece, che il consumo di pesce fresco diminuisce il rischio di sviluppare:
Il pesce salato, secondo lo stile cantonese, contiene livelli elevati di nitrosammine e dei loro precursori, sostanze che, come detto in precedenza, aumentano il rischio di generare tumori (questo è stato dimostrato chiaramente in modelli animali sperimentali).
Come per le carni, il metodo di cottura impiegato per preparare il pesce va tenuto in considerazione: attenzione al contatto diretto con il fuoco e/o alle bruciature, che sono sempre fonte di produzione dei composti potenzialmente cancerogeni precedentemente descritti.
Pesce: a quanto equivale una porzione? Pesci, crostacei e molluschi: copertura dei fabbisogni nutrizionali Bisogna evitare di consumare il pesce perché è inquinato e contiene mercurio? Il pesce d’allevamento fornisce meno nutrienti?Come nel caso del pesce, non esistono raccomandazioni del WCRF rispetto al consumo di latticini, tuttavia forti evidenze hanno dimostrato che l’assunzione di questi alimenti diminuisce il rischio di sviluppare un tumore al colon-retto.
In particolare si è visto che:
Evidenze ancora limitate per essere tradotte in raccomandazioni, ma comunque indicative, hanno evidenziato, invece, che il consumo di latticini:
Altre evidenze limitate per essere tradotte in raccomandazioni, ma indicative, hanno evidenziato, che diete ricche in calcio:
Il WCRF ha proposto che tra le probabili cause di un effetto protettivo del consumo di latticini, rispetto allo sviluppo del cancro al colon-retto, ci siano:
Tuttavia, sono ancora necessari numerosi studi per chiarire in che modo tali sostanze siano coinvolte nei meccanismi biologici alla base di queste evidenze.
LATTE E DERIVATI, FORMAGGI, UOVA: a quanto equivale una porzione? LATTE E DERIVATI, FORMAGGI, UOVA: copertura dei fabbisogni nutrizionali Mozzarella e altri formaggi freschi: quali scegliere? Il latte causa il cancro?L’insorgenza dei tumori, così come di tutte le altre malattie croniche (diabete, patologie cardiovascolari etc.), non dipende da un singolo fattore scatenante ma dalla complessa interazione di più elementi: genere, età, razza, genetica, peso corporeo, alimentazione, fumo, attività fisica, esposizione solare etc. I nostri comportamenti possono, quindi, influenzare la nostra salute e le raccomandazioni del WCRF ci possono indirizzare verso stili di vita/alimentari più corretti.
Tuttavia, come diciamo sempre, non è mai il consumo o l’evitamento di un determinato alimento a determinare o meno l’insorgenza del cancro, va sempre tenuta in considerazione l’intera dieta che (salvo casi particolari che richiedano l’intervento di uno specialista) non prevede l’esclusione o l’eccessivo consumo di alcun cibo, ma deve, invece, essere il più possibile varia ed equilibrata.
Un modello alimentare di tipo mediterraneo, che segue le regole del piatto sano, ci consentirà di bilanciare facilmente i vari nutrienti, rispettando allo stesso tempo le raccomandazioni del WCRF.
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