Resta sempre aggiornato sulle buone abitudini da adottare per uno stile di vita salutare.

* campi obbligatori
*
*
*
*




Alimentazione, stile di vita e tumori: le raccomandazioni per la prevenzione oncologica

I tumori sono patologie complesse il cui rischio dipende da fattori non modificabili, come l’età e il sesso, ma anche da fattori come l’alimentazione e lo stile di vita per i quali le nostre scelte possono fare la differenza. Per questo, il Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro si occupa di studiare il legame tra nutrizione, attività fisica e cancro e formulare le raccomandazioni per la prevenzione oncologica

Alimentazione, stile di vita e tumori: le raccomandazioni per la prevenzione oncologica

Le malattie non trasmissibili, come il cancro, il diabete e le malattie cardiovascolari, sono dette patologie multifattoriali poiché il loro rischio non è determinato da un singolo fattore scatenante ma dalla complessa interazione di più elementi. Il rischio di sviluppare una malattia oncologica, infatti, è influenzato da una serie di fattori non modificabili (quali il sesso, l’età, la razza e la genetica) e da altri fattori che, invece, dipendono strettamente dalle nostre scelte individuali. Tra questi abbiamo l’alimentazione, il fumo, il livello di attività fisica e la protezione della pelle dai raggi solari. Lo studio di questi fattori e del loro ruolo nella prevenzione oncologica è l’oggetto dell’attività del Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro.

Il Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro

Il Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro (WCRF - World Cancer Research Fund) è una delle principali autorità nell’ambito della ricerca per la prevenzione dei tumori.

Si tratta di un’organizzazione no-profit che comprende sotto di sé una rete di altre associazioni o istituzioni che si dedicano alla prevenzione oncologica, situate in diverse parti del mondo, come l’American Institute for Cancer Research (AICR). Sin dalla sua fondazione, nel 1982, il WCRF è stato una tra le prime realtà ad occuparsi di ricerca e corretta informazione riguardo al legame tra stile di vita, alimentazione, attività fisica e prevenzione dei tumori. In particolare, è stata la prima organizzazione non a scopo di lucro a raccogliere ed analizzare tutti i risultati scientifici disponibili a livello globale sul legame tra dieta, peso corporeo, attività fisica e cancro e tradurre le evidenze in raccomandazioni pratiche e scientificamente provate. Queste raccomandazioni sono destinate alla popolazione generale, ai professionisti della salute e ai governi nazionali per impostare politiche sanitarie.

Attraverso le organizzazioni all’interno della sua rete, il WCRF si occupa anche di fare attivamente ricerca sul ruolo di alimentazione, stile di vita, peso corporeo e attività fisica nella prevenzione oncologica e nella sopravvivenza dopo la diagnosi. Utilizza poi le evidenze scientifiche per influenzare le politiche di salute pubblica a livello mondiale, interfacciandosi con i governi e altri organi ufficiali come l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).

Leggi le 10 raccomandazioni del Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro tradotte da Smartfood

La correlazione tra obesità e malattie croniche (come malattie cardiovascolari, diabete e cancro) è ormai accertata. In particolare, i dati scientifici ad oggi prodotti mostrano come l’eccesso di tessuto adiposo, inducendo uno stato ormonale alterato e un livello di infiammazione cronica persistente, possa contribuire alla crescita tumorale. In particolare, l’eccesso di peso è stato correlato a 12 tipologie di tumori: tumore dell’esofago, del pancreas, del fegato, del colon-retto, del seno (post-menopausa), dell’endometrio, del rene, di bocca-faringe-laringe, dello stomaco, della colecisti, dell’ovaio e della prostata. È importante, quindi, mantenersi in una condizione di normopeso per tutta la durata della vita, adottando abitudini alimentari sane ed evitando la sedentarietà.

Ma come valutare il proprio peso corporeo? Il metodo più diffuso a livello mondiale prevede il calcolo dell’Indice di Massa Corporea (IMC), un rapporto che tiene in considerazione il peso corporeo, in kg, e la statura, in metri al quadrato, dell’individuo. Si è normopeso quando l’IMC si trova nell’intervallo 18,5 – 24,9, sovrappeso quando si colloca tra 25 e 29,9, mentre l’obesità è rappresentata da un IMC superiore a 30.

Calcolo dell’Indice di massa corporea (IMC) Cos’è l’indice di massa corporea?

È bene però ricordare che l’indice di massa corporea valuta solo il peso corporeo, senza dare alcuna indicazione rispetto alla composizione corporea, ossia la sua distribuzione tra massa magra e massa grassa all’interno dell’organismo. Pertanto, la valutazione dell’indice di massa corporea andrebbe sempre affiancata anche alla misurazione di un altro parametro: la circonferenza vita. Questa permette di stimare l’entità dei depositi di tessuto adiposo viscerale e fornisce utili indicazioni sulla distribuzione del grasso corporeo. Valori di circonferenza vita pari o superiori a 80 cm nella donna e 94 cm nell’uomo, sono stati associati ad un aumento del rischio di numerose complicanze metaboliche dell’obesità quali diabete, patologie cardiovascolari e tumori.

Come misurare la circonferenza vita Scopri di più sulla circonferenza vita

Essere quotidianamente attivi favorisce il mantenimento del peso corporeo nella fascia del normopeso, riducendo così il rischio di sviluppare malattie oncologiche. Non è necessario praticare uno sport specifico: anche piccole azioni, ripetute ogni giorno, possono diventare parte di uno stile di vita attivo. Le raccomandazioni invitano a svolgere ogni giorno almeno 30 minuti di attività fisica moderata, (equivalente come intensità ad una camminata veloce), che possono comprendere anche lavori domestici, attività ricreative o gli spostamenti casa-lavoro. La scelta migliore è intraprendere l’attività che più si preferisce, magari sfruttando la compagnia di parenti o amici, e cercare di ridurre al minimo il tempo trascorso davanti agli schermi o in altre attività sedentarie.

Clicca qui per scaricare il decalogo di Smartfood per fare attività fisica in casa

Una dieta che presenta un alto contenuto di alimenti di origine vegetale contribuisce al mantenimento dello stato di salute e riduce il rischio di sviluppare malattie cronico-degenerative come i tumori. Questo effetto è principalmente dovuto alla presenza di fibra, contenuta per definizione solo negli alimenti di origine vegetale, che favorisce la motilità gastrointestinale limitando il contatto con potenziali cancerogeni. Pertanto, i carboidrati presenti nella dieta dovrebbero provenire prevalentemente da cereali integrali e la principale fonte proteica essere rappresentata dai legumi, da consumare da un minimo di 3 fino a 5 volte la settimana. La critica spesso mossa ai legumi riguarda la loro qualità proteica, in quanto non contengono tutti gli amminoacidi essenziali. Per ovviare a ciò, basterà associarli nello stesso pasto o nell’arco della giornata, ai cereali, ottenendo così un profilo proteico simile a quello della carne. Tra gli alimenti di origine vegetale non va poi sottovalutato il ruolo di frutta a guscio e semi oleosi, alimenti ricchi non solo in fibra ma anche in grassi mono- e polinsaturi, i cosiddetti grassi buoni.

Scopri come comporre un pasto bilanciato con il PIATTO SMART

Con il termine processati si fa, generalmente, riferimento ad alimenti ad elevata densità energetica e con basso potere saziante, caratterizzati da un elevato contenuto di grassi saturi o trans e/o zuccheri. Il consumo di questi alimenti favorisce l’accumulo di tessuto adiposo e, di conseguenza, le condizioni di sovrappeso e obesità, a loro volta correlate ad un aumentato rischio di sviluppare tumori. Inoltre, i cibi processati contengono spesso anche elevate quantità di sale, fattore di rischio per le malattie cardiovascolari e oncologiche (in particolare il tumore dello stomaco). Nel complesso, quindi, è bene prediligere alimenti freschi e poco lavorati, che apportano nutrienti e composti utili all’organismo, e limitare il consumo di prodotti processati a poche occasioni.

Leggi anche “Il sale: amico o nemico della nostre salute?”

Un consumo moderato di carne rossa fresca, ovvero carne di manzo, vitello, maiale, cavallo, capra, pecora e agnello, all’interno di una dieta sana, non comporta un rischio per la salute e rappresenta, anzi, una buona fonte di nutrienti. Le linee guida nazionali e internazionali invitano a non superare i 500 g di carne rossa alla settimana, un quantitativo che potrebbe sembrare elevato ma che, in realtà, si raggiunge facilmente con una alimentazione di tipo “occidentale”. Diverso, invece, è il suggerimento relativo alle carni lavorate. Queste ultime, che comprendono salumi, insaccati e altre carni trasformate, dovrebbero essere limitate il più possibile.

Ma perché è bene non eccedere con carni rosse e processate? Dagli studi effettuati è emerso che un consumo superiore alle quantità raccomandate può aumentare il rischio di cancro, in particolare del colon-retto. Tra le probabili cause troviamo la produzione di composti potenzialmente cancerogeni che si formano, sia durante la lavorazione, sia durante la cottura ad alte temperature. Sono tuttavia necessari ulteriori studi per comprendere tutti i meccanismi alla base di tale relazione.

Leggi anche “La carne è nociva per la salute?”

Le bevande zuccherate, come succhi di frutta, tè freddo e bevande gassate, sono caratterizzate da un elevato apporto calorico e da un bassissimo potere saziante. Per questo, il loro consumo eccessivo risulta associato ad un aumento del peso corporeo e allo sviluppo di sovrappeso e obesità, specialmente tra i giovanissimi. Dal momento che l’eccesso di peso è stato correlato ad un aumento del rischio di sviluppare 12 tipologie di tumori, non stupisce che le raccomandazioni per la prevenzione oncologica invitino a limitarne l’assunzione, prediligendo il consumo di acqua per una corretta idratazione.

Leggi anche “Lo zucchero: amico o nemico della nostra salute?”

Indipendentemente dal tipo di bevanda, il consumo eccessivo di alcol aumenta il rischio di sviluppare malattie oncologiche. L’etanolo, classificato come cancerogeno, viene metabolizzato nel fegato e trasformato in acetaldeide, molecola che gioca un ruolo importante nel processo neoplastico.

Non esiste una soglia di sicurezza al di sotto della quale il rischio oncologico è contenuto, specie per il tumore del seno, pertanto la raccomandazione è quella di non consumare alcolici, ma se proprio si desidera introdurre tali bevande, si consiglia un’assunzione moderata: al massimo 1 unità alcolica al giorno per le donne e 2 per gli uomini. Un’unità alcolica, pari a circa 12 grammi di etanolo, corrisponde a: un bicchiere di birra da 330 ml, di vino da 125 ml, da aperitivo da 80 ml e di superalcolico da 40 ml.

A quanto corrisponde un’unità alcolica?

Ad oggi, non esistono prove che l’assunzione di integratori alimentari possa favorire la riduzione del rischio di tumori, anzi, secondo alcuni potrebbe avere addirittura l’effetto contrario. Un’alimentazione varia e bilanciata rimane lo strumento più efficace per mantenere un buono stato di salute e prevenire le principali malattie cronico-degenerative. In casi specifici, però, gli integratori possono rappresentare un valido aiuto per il benessere ed essere persino necessari: sarà il medico, in tali situazioni, a valutare il prodotto e il dosaggio più idoneo per il singolo individuo.

Leggi anche “Integratori alimentari: ne abbiamo veramente bisogno?”

L’allattamento al seno esclusivo per i primi sei mesi può essere protettivo tanto per la madre quanto per il bambino. Allattare, infatti, protegge la donna dall’insorgenza di tumore al seno, a tutte le età, e sono presenti evidenze, ancora limitate, anche per la prevenzione del tumore dell’ovaio. Inoltre, aiuta a perdere il peso accumulato durante la gravidanza, riducendo le condizioni di sovrappeso e obesità e quindi, indirettamente, il rischio di tumore. Per quanto riguarda i neonati, invece, è stato dimostrato che essere allattati al seno riduce il rischio di infezioni respiratorie e gastrointestinali e di sviluppare sovrappeso o obesità in età adulta. L’OMS raccomanda, pertanto, di preferire, in tutti quei casi in cui non sussistano situazioni d’impossibilità, l’allattamento al seno esclusivo per i primi 6 mesi di vita del bambino e di continuarlo durante lo svezzamento, fintanto che madre e bambino lo desiderano.

Leggi anche “Come cambia l’alimentazione in gravidanza e in allattamento?”

Grazie ai programmi di screening e alla diagnosi precoce, il numero di sopravvissuti alle malattie oncologiche è aumentato negli ultimi decenni ed è in costante crescita. In chi ha superato una diagnosi di tumore, dopo la fase acuta dei trattamenti e se non diversamente consigliato dal medico, un’alimentazione varia basata prevalentemente su alimenti di origine vegetale e uno stile di vita attivo, favoriscono un migliore recupero dello stato di salute.