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La soia è da evitare dopo una diagnosi di tumore?

Data 20 ottobre
2022
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5 min
#informazione #alimentazioneSalute

La soia, a causa del contenuto di fitoestrogeni, è un alimento che suscita molti interrogativi, soprattutto tra le donne che hanno ricevuto una diagnosi di tumore al seno. In realtà, il suo consumo non risulta associato ad un aumento del rischio di tumore ma, al contrario, sembrerebbe addirittura protettivo.

La soia è da evitare dopo una diagnosi di tumore?

La relazione tra consumo di alimenti a base di soia e sviluppo di tumori, in particolare tumore del seno, è un argomento che negli ultimi 25 anni è stato fortemente indagato e dibattuto, sia nel mondo scientifico che tra la popolazione generale. La motivazione principale per cui la soia è stata messa sul banco degli imputati è la presenza di fitoestrogeni, molecole con struttura chimica e funzione molto simili a quelle degli estrogeni femminili.

Caratteristiche nutrizionali della soia

La soia appartiene alla famiglia delle leguminose e il suo seme è racchiuso nel frutto, che si presenta come un baccello. I semi di soia, detti anche fagioli, sono piccoli, rotondi e assumono colorazioni diverse in base alla varietà. La soia si classifica al primo posto tra i legumi sia per il contenuto proteico che per la composizione in amminoacidi essenziali, ossia i mattoncini che formano le proteine, che l’organismo da solo non è in grado di produrre. Ogni 100 grammi di prodotto, infatti, sono presenti ben 36 g di proteine. Interessante è anche l’apporto di grassi insaturi e, in particolare, di fitosteroli, molecole in grado di contribuire all’abbassamento dei livelli di colesterolo nel sangue. La soia è anche una buona fonte di fibra, oltre che di minerali come potassio, calcio e ferro.

Prodotti a base di soia

In commercio sono presenti numerosi prodotti a base di soia: semi maturi da consumare come i fagioli, germogli da accompagnare all’insalata, baccelli non maturi chiamati edamame e i derivati tipici della cucina orientale come tofu, salsa di soia, miso e tempeh. Troviamo poi svariate alternative a latte e latticini, come le bevande a base di soia e i suoi derivati come lo yogurt. È importante sottolineare come i prodotti a base di soia spesso ne contengano percentuali davvero ridotte (le bevande, ad esempio, sono costituite prevalentemente da acqua e il contenuto medio di semi di soia si attesta intorno all’8-9% sul peso complessivo del prodotto).

Soia e contenuto di fitoestrogeni

La soia è l’unico alimento consumato tradizionalmente a contenere quantità di fitoestrogeni degne di nota. Questi sono rappresentati principalmente dagli isoflavoni, molecole strutturalmente molto simili all’estradiolo, il più importante tra gli estrogeni umani. I semi di soia contengono in media 3,5 mg di isoflavoni per grammo di proteine, ma questo quantitativo si riduce anche dell’80% nei suoi derivati come tofu, salse e bevande. Approssimativamente, una porzione di un alimento a base di soia (ad esempio 100 grammi di tofu) non apporta più di 10-20 mg di isoflavoni, concentrazioni sicuramente troppo basse per poter interferire con l’assetto ormonale dell’organismo.

Qual è il vero legame tra consumo di soia e rischio di tumore?

I dati ottenuti dai numerosi studi clinici ed epidemiologici effettuati mostrano come la preoccupazione che il consumo di alimenti a base di soia possa aumentare il rischio di sviluppare un tumore del seno, o peggiorare la prognosi di chi si è già ammalato, sia sostanzialmente infondata. Al contrario, dalle indagini svolte dal World Cancer Research Fund o WCRF, una delle principali autorità nella ricerca in campo oncologico, emerge un possibile ruolo protettivo dell’assunzione di alimenti contenenti isoflavoni nei confronti del tumore al polmone. In particolare, è stato osservato che un maggior consumo di questi alimenti risulta associato ad una riduzione del rischio di tumore al polmone, in soggetti che non hanno mai fumato. L’evidenza che emerge, però, non è di grado forte e per questo l’associazione viene definita “limitata ma indicativa” e non viene utilizzata come base per formulare una raccomandazione.

Anche per quanto riguarda coloro che hanno già ricevuto una diagnosi di tumore al seno, i dati forniti dal WCRF rispetto al consumo di soia, sono confortanti. Le evidenze ottenute, infatti, suggeriscono che un maggior consumo di alimenti a base di soia a 12 mesi o più da una diagnosi di tumore non rappresenti un pericolo, anzi, possa ridurre il rischio di mortalità per tutte le cause. Si tratta anche in questo caso di un’evidenza limitata e sono, quindi, necessari ulteriori approfondimenti per comprendere pienamente le cause di questo fenomeno, ma la correlazione tende comunque verso una riduzione del rischio, sicuramente non verso un aumento.

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Integratori di fitoestrogeni e rischio di tumore

Un discorso a parte, invece, è quello relativo agli integratori dietetici a base di fitoestrogeni, spesso consigliati alle donne per contrastare i sintomi della menopausa. Queste preparazioni, infatti, contengono concentrazioni di principio attivo molto più elevate rispetto agli alimenti e, pertanto, dovrebbero essere assunte solo sotto controllo medico, soprattutto se in concomitanza con altre terapie farmacologiche.

Quali sono le raccomandazioni rispetto al consumo di soia e dei suoi derivati?

In generale, possiamo dire che, se non si hanno problemi di allergie, non c’è ragione di escludere gli alimenti e le bevande a base di soia dalla propria dieta, anche per chi ha già avuto un tumore. I semi di soia in quanto tali appartengono alla famiglia dei legumi e, pertanto, possono far parte delle 3-5 porzioni settimanali consigliate per questa categoria di alimenti. Come sempre, la parola d’ordine è varietà, ed è bene quindi alternare nel corso della settimana le diverse tipologie di legumi, tra cui può rientrare, per chi lo desiderasse, anche il tofu. Bevande e yogurt a base di soia, invece, possono essere assunti anche quotidianamente per colazione o agli spuntini, facendo attenzione a preferire le versioni al naturale, prive di zuccheri e/o sale aggiunti. Attenzione infine ai prodotti confezionati, sia dolci che salati, come gelati, dessert, burger o crocchette che spesso contengono elevati quantitativi di sale, zuccheri e grassi saturi. Da limitare anche l’utilizzo della salsa di soia, molto ricca in sodio; se si sceglie di utilizzarla meglio farlo solo saltuariamente e in modeste quantità, prediligendo le versioni a ridotto contenuto di sale.

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