Siamo abituati a considerare il sovrappeso e l’obesità principalmente come fattori di rischio per le malattie metaboliche, come il diabete di tipo 2, e per le malattie cardiovascolari. Questa associazione è ben radicata e, oltre che ampiamente corroborata dalla scienza, assai nota alla popolazione generale.
In ambito nutrizione e cancro, invece, sebbene numerose evidenze scientifiche dimostrino che l’eccesso di grasso corporeo abbia un effetto diretto sull’aumento del rischio di cancro, l’attenzione generale resta spesso focalizzata sul potenziale impatto che singoli alimenti o componenti della dieta potrebbero avere sul rischio di tumori. Tra questi, i più discussi includono: il latte, la soia, gli zuccheri e la curcuma, spostando il dibattito lontano dal ruolo chiave svolto dallo stile di vita complessivo.
Il World Cancer Research Fund (WCRF) suggerisce alla popolazione generale come prima delle dieci raccomandazioni per la prevenzione dei tumori: “mantieni il tuo peso all’interno di un intervallo salutare ed evita il guadagno di peso in età adulta”. L’eccesso ponderale, inteso sia come sovrappeso che come obesità, è il fattore legato allo stile di vita per il quale si è osservato il maggior numero di associazioni, in termini di un aumento di rischio di sviluppare vari tipi di tumori.
L’eccesso di peso è stato associato dal WCRF ad un aumento del rischio di sviluppare un tumore in almeno 13 sedi, tra cui:
Per trarre queste conclusioni sono stati analizzati numerosi studi, principalmente metanalisi di studi di coorte, che hanno permesso una classificazione delle evidenze. Le associazioni trovate tra il rischio di sviluppare un tumore nelle sedi elencate e l’eccesso di peso corporeo hanno un grado di evidenza forte, per questo motivo è stata sviluppata una raccomandazione sul mantenimento di un peso corporeo salutare.
Per alcune sedi tumorali le prove sono sufficientemente solide da supportare un giudizio su una convincente relazione causale tra eccesso ponderale e rischio di cancro. Queste sono: esofago, pancreas, fegato, colon-retto, seno (con insorgenza in post-menopausa), endometrio e rene. Per il tumore del seno (con insorgenza in post-menopausa) c’è inoltre un’evidenza di tipo convincente anche per l’aumento di peso in età adulta.
Negli studi valutati nel report del WCRF l’eccesso di grasso corporeo viene considerato sia come sovrappeso e obesità, definiti da un indice di massa corporea (IMC) superiore, rispettivamente, a 25 e 30 kg/m2, sia come circonferenza vita, maggiore di 94 cm per gli uomini e 80 cm per le donne, che, infine, come rapporto vita/fianchi (WHR-waist to hip ratio), ≥ 0,90 per gli uomini e ≥ 0,85 per le donne.
Vi sono diversi meccanismi attraverso i quali, in generale, il grasso corporeo e quello addominale possono plausibilmente influenzare il rischio di cancro. I principali risultano essere legati a:
Si ritiene che l’obesità possa aumentare i livelli di diversi ormoni e fattori di crescita, che potrebbero promuovere la crescita delle cellule tumorali e sopprimere l’apoptosi (morte cellulare programmata).
L’aumento dei livelli di ormoni estrogeni, androgeni e progesterone sembra essere legato ad un aumentato rischio di cancro.
L’obesità è, inoltre, caratterizzata dalla presenza di uno stato infiammatorio cronico di basso grado. L’adipocita (la cellula del tessuto adiposo) produce fattori pro-infiammatori che contribuiscono ad un aumento delle concentrazioni dei livelli circolanti di particolari citochine in grado di stimolare ulteriormente l’infiammazione. Questa condizione sembra promuovere la crescita tumorale.
I meccanismi biologici, a seconda della sede tumorale, possono poi essere maggiormente specifici. Nel caso, ad esempio, del tumore del seno, si ritiene che in post-menopausa i livelli di estrogeni prodotti dall’ovaio subiscano una drastica riduzione e la principale fonte di estrogeni nella donna derivi dalla conversione degli androgeni, all’interno del tessuto adiposo. Di conseguenza, le donne in sovrappeso o obese tendono ad avere livelli maggiormente elevati di estrogeni circolanti, che sono stati associati allo sviluppo del tumore del seno. Anche l’insulina e altri ormoni sessuali, come androgeni e progesterone, sembrano aver un ruolo in questa relazione. Non da ultimo, in numerosi studi sperimentali ed anche epidemiologici, è stata osservata un’associazione tra citochine pro-infiammatorie e adipochine, prodotte dal tessuto adiposo, e sviluppo del tumore del seno.
Per il tumore dell’esofago, invece, il panel del WCRF ritiene che l’eccesso di grasso corporeo possa promuovere la malattia da reflusso gastroesofageo o un’infiammazione cronica dell’esofago che possono portare allo sviluppo dell’esofago di Barrett, condizione per la quale si è osservato un aumento del rischio di adenocarcinoma esofageo. Ulteriori ricerche e approfondimenti sono tuttavia necessari per chiarire i meccanismi alla base di tale relazione.
Il metodo più diffuso prevede il calcolo dell’indice di massa corporea (IMC), un rapporto che tiene in considerazione il peso corporeo, espresso in kg, e la statura, definita in metri al quadrato, dell’individuo. Si è normopeso quando l’IMC si trova nell’intervallo 18,5-24,9, sovrappeso quando si colloca tra 25 e 29,9, mentre l’obesità è rappresentata da un IMC superiore a 30.
È bene però ricordare che l’indice di massa corporea valuta, appunto, solamente la massa, senza dare alcuna indicazione rispetto alla composizione corporea, ossia la distribuzione di massa magra e massa grassa all’interno dell’organismo.
Pertanto, l’indice di massa corporea andrebbe, nell’ambito di una valutazione “casalinga”, sempre affiancato anche alla misurazione di un altro parametro: la circonferenza vita. Questa permette di stimare l’entità dei depositi di tessuto adiposo viscerale e fornisce utili indicazioni sulla distribuzione del grasso corporeo.
Valori di circonferenza vita pari o superiori a 80 cm nella donna e 94 cm nell’uomo, sono stati associati ad un aumento del rischio di numerose complicanze metaboliche dell’obesità, patologie cardiovascolari e tumori.
Come detto, la prima delle 10 raccomandazioni del WCRF per la prevenzione oncologica, riguarda il peso corporeo. Nello specifico l’indicazione è di mantenersi in una condizione di normopeso per tutta la durata della vita, evitando aumenti ponderali in età adulta, tramite l’adozione di abitudini alimentari sane ed evitando la sedentarietà.
Il WCRF in un documento in cui ha raccolto le evidenze sui determinanti dell’aumento di peso, del sovrappeso e dell’obesità, afferma che ci sono solide evidenze che i seguenti comportamenti possono aiutare a mantenere un peso sano.
Allo stesso modo, solide evidenze indicano che le seguenti abitudini possono aumentare il rischio di incremento di peso.
In conclusione, possiamo affermare che l’eccesso di grasso corporeo, inteso come sovrappeso e obesità, ha un chiaro ruolo nell’aumentare il rischio di tumori, oltre che, come noto, di malattie cardiovascolari e metaboliche.
Il mantenimento di un peso salutare è quindi uno dei principali obiettivi da raggiungere per la prevenzione oncologica, e lo si può perseguire attraverso uno stile di vita attivo e una dieta salutare di tipo mediterraneo.