Resta sempre aggiornato sulle buone abitudini da adottare per uno stile di vita salutare.

* campi obbligatori
*
*
*
*




Torna a: Frutta fresca Torna a:
Frutta fresca

Uva

Frutta fresca

È ricca di fitocomposti, ma l’uva nera può contenerne un quantitativo fino a sei volte superiore rispetto all’uva bianca. Inoltre, solo le bacche nere contengono antocianine.

Uva

Valori nutrizionali per 100 g di parte edibile

Parte edibile (%)

94

Energia (kcal):

64

Acqua (g)

80,3

Proteine (g):

0,5

Lipidi (g):

0,1

Carboidrati disponibili (g):

15,6

Zuccheri solubili (g):

15,6

Fibra totale (g):

1,5

Uva

Valori nutrizionali per 100 g di parte edibile

Potassio (mg):

192

Vit. B6 Piridossina (mg):

0,1

Vit. C (mg):

6

Vit. K (µg):

8,6

Storia e botanica dell’uva

La vite, o Vitis vinifera, è la pianta appartenente alla famiglia delle Vitacee che produce l’uva.

Dal punto di vista botanico, il grappolo è un’infruttescenza, poiché si presenta come un raggruppamento di bacche o acidi, comunemente detti chicchi. Le origini della pianta sono remotissime, tant’è che il più antico reperto fossile riconducibile al genere Vitis è datato 60 milioni di anni fa. Difficile stabilirne le origini esatte, indicativamente l’area sembra essere compresa tra l’Asia occidentale, l’Europa e l’Africa settentrionale.

L’Italia, insieme a Francia e Spagna, domina il mercato europeo ed è considerata di stagione da agosto a novembre.

Aspetti nutrizionali dell’uva

L’uva è ricca di acqua e quasi tutto il contributo calorico, comunque modesto, è attribuibile agli zuccheri semplici, equamente distribuiti tra fruttosio e glucosio. Presenta, inoltre, un buon apporto di fibra, potassio e vitamina K.

La vera ricchezza di ciascun acino la si deve al contenuto di fitocomposti, ossia molecole proprie delle piante con potenziale attività biologica. In particolare, è fonte eccezionale di polifenoli che, grazie a molteplici meccanismi d’azione, sono in grado di contribuire alla prevenzione delle malattie cardiovascolari.

Scienza degli alimenti

C’è da specificare che l’uva a bacca nera sembra avere la meglio sulla bianca. Uno studio del 2015 ha mostrato come effetti significativi di riduzione di colesterolo LDL, cosiddetto cattivo, e colesterolo totale siano stati riscontrati in chi consumava l’uva nera. In effetti, questa può contenere un quantitativo fino a sei volte superiore di fitocomposti e in più regala le antocianine responsabili del colore rosso degli acini e anch’esse coinvolte nella protezione del sistema cardiovascolare. Queste ultime, insieme al resveratrolo (presente anche nell’uva bianca) sono molecole in grado di dialogare con il DNA ed accendere le vie della longevità.

Il resveratrolo, ad esempio, è stato protagonista di numerosi studi di laboratorio che hanno evidenziato la capacità di regolare alcune vie metaboliche. Le principali sono: promuovere l’utilizzo delle riserve di grasso e aumentare la sensibilità all’insulina che si traduce in una minore permanenza del glucosio nel sangue, evitando un’eccessiva secrezione di insulina.


Suggerimento

Suggerimento

È opportuno ricordare che per beneficiare di tutto ciò è preferibile consumare l’uva con tutta la buccia e i semi, chiamati vinaccioli.