Gli integratori di antiossidanti sono pubblicizzati come supplementi miracolosi dalle mille virtù. Ma questo grande successo mediatico è realmente supportato da solide basi scientifiche?
Quello degli integratori a base di sostanze antiossidanti è un mercato in forte espansione. L’idea ampiamente diffusa è che assumere questi supplementi sia utile, per via del loro effetto anti-invecchiamento, per prevenire i malanni e addirittura scongiurare le peggiori malattie. E allora chi più ne ha più ne metta: succhi adiuvanti, bacche dalle proprietà anti-aging, integratori e polveri che lottano contro i radicali liberi.
Tutti pronti ad “ingozzarsi” di carotenoidi, vitamina C, E e tanti altri, anche se in realtà non ci sono evidenze scientifiche che supportano l’effetto preventivo dell’assunzione di tutti questi supplementi così fortemente sponsorizzati.
Gli antiossidanti sono un caso di letteratura scientifica incompleta ma di grande successo mediatico.
L’organismo dispone di sistemi di difesa in grado di inattivare i radicali liberi e altre specie reattive dell’ossigeno (ROS), generati come prodotti secondari del normale metabolismo aerobico, ma anche a seguito di stress esterni. Essi sono molto instabili e per questo tendono a reagire con altre molecole dell’organismo, alterando le strutture cellulari. Tali meccanismi di difesa sono rappresentati da antiossidanti endogeni, propri dell’organismo (come la catalasi, la superossido dismutasi, il glutatione) ed esogeni, cioè introdotti con l’alimentazione (fitocomposti come polifenoli e carotenoidi, vitamine come la C e la E).
Frutta, verdura, legumi, erbe aromatiche e diverse varietà di tè sono ricchi di fitocomposti, molecole presenti solamente negli alimenti di origine vegetale dall’azione benefica e protettiva per la nostra salute. Esperimenti condotti in laboratorio hanno mostrato che molti fitocomposti hanno attività antiossidante, ma non si conoscono i reali effetti sull’uomo e non ci sono evidenze che la loro azione benefica sull’organismo si eserciti attraverso tale meccanismo.
Ad oggi, non ci sono studi che dimostrino gli effetti protettivi derivanti dall’assunzione di antiossidanti tramite i supplementi e bisogna, anzi, sottolineare che un composto può avere un effetto protettivo se assunto alle normali concentrazioni presenti negli alimenti, mentre ad alti dosaggi può causare danni alla salute.
Il tè verde, ad esempio, è ampiamente consumato per le sue proprietà benefiche. Dai suoi estratti si ricavano le catechine, molecole utilizzate negli integratori alimentari in ragione della loro capacità antiossidante. Secondo l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare le catechine contenute negli infusi di tè verde e bevande simili sono generalmente prive di rischi, mentre il dosaggio utilizzato in molti integratori può determinare problemi alla salute del fegato.
Ampio spazio, allora, al consumo di alimenti vegetali, i veri protagonisti della salute, ricordando che sono 5 le porzioni di frutta e verdura giornalmente raccomandate.