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Frutta fresca

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Frutta fresca

Ricche di polifenoli come le antocianine e gli ellagitannini, le more presentano un interessante quantitativo di vitamine C, K ed E.

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Valori nutrizionali per 100 g di parte edibile

Parte edibile (%)

100

Energia (kcal):

42

Acqua (g)

85

Proteine (g):

1,3

Lipidi (g):

tr

Carboidrati disponibili (g):

8,1

Zuccheri solubili (g):

8,1

Fibra totale (g):

3,2

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Valori nutrizionali per 100 g  di parte edibile

Potassio (mg):

260

Manganese (mg):

1,4

Vit. C (mg):

19

Vit. E ATE (mg):

2,37

Vit. K (µg):

19,8

Storia e botanica delle more

Le more sono il frutto della pianta Rubus fruticosus, un rovo appartenente alla famiglia delle Rosacee. La si trova abbastanza diffusa allo stato spontaneo, mentre la superficie coltivata è poco rilevante in Italia e assume dimensioni importanti in America.

Aspetti nutrizionali delle more

Il frutto è costituito da numerose piccole drupe che a maturazione si presentano di colore nero. Queste sono costituite per circa l’85% da acqua e nella restante parte sono presenti zuccheri, poche proteine, un notevole apporto di fibra ed un buon contenuto di vitamine e sali minerali. Il tutto per un contributo calorico piuttosto basso, appena 42 calorie in 100 grammi di alimento.

Buona fonte di vitamina C e K ma anche di vitamina E, importante molecola antiossidante che protegge le membrane delle cellule. Tra i minerali spicca l’apporto di manganese che rientra nella costituzione di un enzima antiossidante prodotto dall’organismo che senza non potrebbe funzionare.

Scienza degli alimenti

Il punto forte delle more, e dei frutti di bosco in generale, è sicuramente attribuibile all’apporto di fitocomposti che sempre più ricerche dicono di essere utili per mantenersi in salute. Tra queste primeggiano le antocianine, molecole in grado di dialogare con i geni della longevità, che proteggono dalle malattie dell’invecchiamento. Ne esistono di tantissimi tipi, le more ad esempio sono ricche di cianidina.

Le azioni positive che svolgono spesso non sono ascrivibili esclusivamente agli antociani, bensì ad una cooperazione di più composti, in primis con l’acido ascorbico o vitamina C.

È opportuno sottolineare come la trasformazione di questi prodotti, ad esempio la produzione di marmellate in cui interviene un trattamento termico, può ridurre il contenuto di queste sostanze e di conseguenza la capacità di esercitare gli effetti positivi.

Ed infine una menzione agli ellagitannini, anche questi appartenenti alla classe dei polifenoli. Tali composti, che subiscono trasformazioni nell’intestino, vengono lasciati intatti nello stomaco e proprio lì esercitano un effetto protettivo nei confronti di gastriti e ulcere.


Suggerimento

Suggerimento

Alternare il consumo dell’alimento fresco, magari aggiunto ad uno yogurt bianco privo di zuccheri aggiunti o in macedonie, a quello di succhi o marmellate è il modo migliore per trarne i benefici senza rinunciare al gusto.