Melagrana Valori nutrizionali per 100 g di parte edibile | |
Parte edibile (%) | 59 |
Energia (kcal): | 68 |
Acqua (g) | 80,5 |
Proteine (g): | 0,5 |
Lipidi (g): | 0,2 |
Carboidrati disponibili (g): | 15,9 |
Zuccheri solubili (g): | 15,9 |
Fibra totale (g): | 2,2 |
Melagrana Valori nutrizionali per 100 g di parte edibile | |
Potassio (mg): | 290 |
Vit. C (mg): | 8 |
Folati tot. (µg): | 38 |
Vit. K (µg): | 16,4 |
Il melagrana (o melograno) è una pianta che probabilmente origina in Medio Oriente, tra l’Iran e il Caucaso. Sembrano siano stati i Fenici a promuoverne la diffusione nell’area del Mediterraneo, per giungere successivamente in Asia e America.
Il frutto della pianta cespugliosa Punica granatum (famiglia delle Lythracee) è una bacca, detta balausta, che presenta all’interno numerosi semi circondati da una polpa succosa di colore rosso. Nel nostro paese si coltiva soprattutto in Sicilia, Puglia e Veneto ed è di stagione nei mesi di settembre e ottobre.
La parte edibile del frutto contiene acqua e una quota significativa di zuccheri semplici. Accanto a questi, però, c’è anche un discreto contenuto di fibra, presente soprattutto nel seme, in grado di rallentare l’assorbimento del glucosio (uno degli zuccheri contenuto nel frutto). Questo aspetto è bene tenerlo in considerazione quando si consuma il succo di melagrana, dove la fibra è del tutto assente: evitare di aggiungere ulteriore zucchero alla bevanda.
Il frutto presenta un buon contenuto di potassio, tra le vitamine sono presenti folati, vitamina K e vitamina C.
L’attraente colore rosso dei chicchi del melagrana è riconducibile a dei composti fenolici molto noti, le antocianine. Queste sono molecole in grado di proteggere il cuore, agendo nei confronti di diversi fattori di rischio cardiovascolari, tra cui il profilo lipidico e l’elasticità dei vasi sanguigni.
La ricchezza dei composti fenolici non si ferma qua. Gli ellagitannini, ad esempio, sono molecole che possono trasformarsi nell’intestino in acido ellagico, sostanza che presenta capacità antinfiammatorie e antiossidanti. A questo proposito anche il microbiota, ossia l’insieme dei microrganismi che abitano il nostro organismo, gioca un ruolo fondamentale poiché in grado di trasformare queste sostanze in urolitine. Recenti studi di laboratorio hanno messo in luce le capacità antitumorali e antimicrobiche di queste molecole, ma per confermarlo sono necessari ulteriori studi.
Un consiglio in cucina? Non limitarsi a consumarlo come semplice frutto, si presta ad essere aggiunto a insalate per arricchirle di sapore e di fitocomposti.