Caffè, tè e tisane possono influenzare il rischio di tumore?

08 febbraio
2023
Tempo di lettura
5 min
#informazione #alimentazioneSalute

Come accade per gli alimenti, anche a molte bevande viene attribuita la capacità di influenzare, in positivo o in negativo, il rischio di tumore. Molto spesso, però, si tratta solo di falsi miti, diffusi dai media o frutto di credenze popolari, che non poggiano su alcuna base scientifica. Come districarsi in questa giungla? Una buona scelta è fare affidamento su fonti valide e riconosciute, come il Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro.


Come avviene per molti alimenti, anche le bevande spesso diventano oggetto di dibattito in campo oncologico: ad alcune vengono attribuite proprietà miracolose, altre vengono identificate come “pericolose”, di altre ancora si temono gli effetti in concomitanza con le terapie. In certi casi, però, queste convinzioni sono solo frutto di leggende metropolitane prive di qualsiasi base scientifica e, pertanto, è importante verificare sempre la provenienza delle informazioni, affidandosi solo a fonti valide. Tra queste, figura sicuramente il Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro (World Cancer Research Fund o WCRF), una delle principali autorità nell’ambito della ricerca per la prevenzione dei tumori.

Caffè, tè e rischio di tumore

Tra le innumerevoli bevande calde bevute in Italia e nel mondo, e caffè sono due delle più diffuse, con moltissime varianti nelle modalità di preparazione e consumo a seconda dell’area geografica.

Il caffè è ottenuto dalla torrefazione, macinazione ed estrazione di semi di alberi tropicali appartenenti al genere Coffea. Ne esistono numerose specie, alle quali corrispondono le diverse varietà di caffè. Da sempre oggetto di interesse per la ricerca scientifica, questa bevanda è il tipico esempio che mostra come la scienza negli anni possa aggiornare le proprie conoscenze, grazie ai nuovi metodi d’indagine e alle tecnologie sempre più avanzate in suo possesso. Se nel 1991 l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) classificava il caffè come sostanza probabilmente cancerogena per l’uomo, oggi il suo consumo viene addirittura indicato come un fattore protettivo per alcune forme di tumori. Ma quali evidenze hanno portato a questo cambiamento? Ulteriori analisi di numerosi studi hanno dimostrato che l’associazione tra consumo di caffè e rischio di tumore dipendeva da quello che viene definito un “fattore confondente” cioè una variabile in grado di generare un’associazione che in realtà non sussiste. In questo caso si trattava del fumo di sigaretta. Infatti, i soggetti che consumavano molto caffè e che sviluppavano un tumore, erano principalmente forti fumatori. Il consumo di tabacco, infatti, è un noto fattore di rischio per l’insorgenza di numerose malattie, tra cui il cancro.

Stando, invece, agli ultimi report del WCRF è stata riscontrata una relazione con grado di evidenza forte tra il consumo di caffè e la riduzione del rischio di sviluppare tumore al fegato e all’endometrio. I meccanismi alla base di queste associazioni devono ancora essere accertati, ma l’azione protettiva del caffè sembra essere dovuta, in entrambi i casi, alla presenza di alcuni composti bioattivi, come la caffeina, le catechine e l’acido clorogenico. In particolare, per quanto riguarda il tumore del fegato, queste sostanze sembrerebbero implementare l’attività di riparazione del DNA e alcuni sistemi di detossificazione dell’organismo; nel tumore dell’endometrio, invece, sembra avere un ruolo cruciale la loro azione antiossidante, nonché la capacità di migliorare la sensibilità all’insulina e di ridurre i livelli ematici di alcuni ormoni.

Ma gli effetti positivi del consumo di caffè sembrano non finire qui. Altre evidenze, infatti, anche se di grado meno forte (l’associazione viene definita “limitata ma indicativa”), correlano l’assunzione di questa bevanda con la riduzione del rischio di tumore di bocca-faringe-laringe e di due tipologie di tumore della pelle, il carcinoma basocellulare e il melanoma maligno nelle donne. Anche in questi casi, non si ha ancora certezza di quali meccanismi siano alla base dell’azione protettiva del caffè e l’argomento necessita di essere approfondito con ulteriori indagini. Ad oggi, tuttavia, non sono state formulate raccomandazioni specifiche circa il consumo di caffè a fini preventivi.

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Sebbene molti infusi a base di erbe vengano spesso indicati con questo nome, il termine fa riferimento all’infusione delle foglie essiccate della pianta Camellia sinensis. Si possono distinguere poi diverse tipologie di tè (come il tè verde, il tè bianco o il tè nero) a seconda della lavorazione subita dalle foglie. Ma esiste qualche relazione tra il consumo di questa bevanda e il rischio di tumori? Le evidenze sono limitate ma, sempre secondo i report del WCRF, sarebbe emersa una correlazione tra il bere tè e una diminuzione del rischio di tumore della vescica. Responsabili dell’effetto protettivo sarebbero alcuni polifenoli, dall’attività antiossidante e anti-proliferativa, ma, anche in questo caso, le ipotesi devono ancora essere verificate.

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Tè e caffè, quindi, non sembrerebbero rappresentare un rischio per quanto riguarda lo sviluppo di tumori, anzi. È però importante ricordare che queste bevande sono entrambe fonti di caffeina e, pertanto, è comunque bene non eccedere con il loro consumo. L’ Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) ha fissato, per gli adulti sani, un limite di 400 mg di caffeina al giorno, al di sotto del quale non si sono evidenziati fenomeni di tossicità o effetti avversi per la salute. Questo limite scende a 200 mg per le donne in gravidanza e allattamento, ed è ancora più basso in bambini e adolescenti. Se non sono presenti altre controindicazioni, quindi, si possono consumare tranquillamente anche tre caffè al giorno, considerando che in una tazzina di espresso sono contenuti circa 80 mg di caffeina. È bene tuttavia ricordare che sebbene caffè e tè possano rappresentare una delle principali fonti di caffeina, questa è presente anche in molti altri alimenti e bevande come il cioccolato, le bevande a base di cola e gli energy drinks.


Attenzione, però, a non bere tè o caffè troppo caldi! Sia il WCRF che lo IARC (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro), sono concordi nell’affermare che il consumo di bevande a temperature troppo elevate (superiori ai 60°C) sia correlato ad un aumento del rischio di tumore dell’esofago, indipendentemente dal tipo di bevanda assunta.

Tisane, infusi e rischio di tumore

Quando si parla di tisane e infusi a base di erbe, si fa riferimento a un panorama molto vasto di bevande, dalle composizioni e dalle concentrazioni molto differenti tra loro. In linea generale, non ci sono particolari controindicazioni rispetto al loro consumo, anzi, spesso tisane e infusi non zuccherati possono essere un’ottima strategia per mantenersi correttamente idratati. Durante le terapie oncologiche, però, prima di assumere qualsiasi preparazione erboristica (specie se molto concentrata o magari in forma di gocce o pastiglie, ma in questo caso non si tratterebbe più di una semplice tisana, bensì di integratori) è sempre bene consultare il proprio oncologo o il medico curante, per evitare qualsiasi effetto avverso o possibile interazione con i farmaci che si stanno assumendo.





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