Le insalate in busta possono essere considerate sicure per via dei controlli e della sicurezza del processo di produzione. La qualità è buona e, in caso di mancanza di tempo, possono rappresentare una buona soluzione per non rinunciare al consumo di verdura.
Tutte le volte che si entra al supermercato ci si trova di fronte ad una scelta coraggiosa, ovvero decidere se comprare l’insalata fresca o quella in busta già pulita, lavata e tagliata, pronta al consumo.
Una lotta tra il “vorrei l’insalata fresca perché è più sana” ed il “però non ho tempo quindi prendo quella in busta”. L’ingrediente segreto del successo dell’insalata in busta, infatti, è proprio il grande risparmio di tempo.
Come in molti casi accade, asserire quale sia in assoluto la scelta migliore non è possibile, però si possono mettere in luce gli aspetti importanti così che ognuno individualmente possa prendere la propria decisione.
La critica maggiore mossa nei confronti dell’insalata pronta al consumo è sulla qualità, ritenuta bassa. Si può affermare che se tutte le normative vigenti sono state rigorosamente onorate, il prodotto finale giunto sulle nostre tavole è di buona qualità e paragonabile ad uno fresco.
Inoltre, la presenza di cloro sul prodotto finito, utilizzato per il lavaggio industriale dell’insalata, è scongiurato dai controlli effettuati regolarmente dall’azienda produttrice. Anche Altroconsumo nella sua analisi a campionamento del 2008 non ne trovò residui.
Piuttosto che non mangiare verdure per nulla al pasto, perché non si ha tempo di cucinarle o di lavarle, meglio utilizzare quelle pronte nei sacchetti.
Saranno probabilmente meno gustose, nel taglio avranno perso, forse, qualche proprietà nutrizionale ma almeno contengono fibra. La fibra al pasto è essenziale per prolungare il senso di sazietà e migliorare l’assorbimento intestinale di grassi e zuccheri.
Ecco qualche indicazione di buon senso da seguire quando si compra insalata in busta:
L’alimentazione in 100 domande, Ferrini K e Ghelfi F (2015), Altroconsumo, Milano.