Sebbene l’associazione positiva tra attività fisica e densità minerale ossea (BMD, dall'inglese Bone Mineral Density) sia stata già chiaramente definita, esistono pochi studi epidemiologici che abbiano analizzato l’associazione a lungo termine tra attività fisica svolta nell’età adulta e BMD nella terza età. Lo scopo di questo studio prospettico basato sulla popolazione norvegese è stato quello di esaminare l’associazione tra attività fisica, svolta in età adulta nel tempo libero, e densità minerale ossea areale (aBMD) in età avanzata. Sono stati esaminati, e seguiti per i successivi 22 anni, 1451 uomini e 1766 donne, di età compresa, al basale, tra i 20 e i 54 anni. L’attività fisica durante il tempo libero è stata monitorata utilizzando dei questionari, sia all’inizio dello studio che durante il periodo di follow-up. La densità minerale ossea areale dell’anca e dell’avambraccio sono state misurate utilizzando tecniche di mineralometria ossea computerizzata (assorbimetria a raggi X). Sono stati invece impiegati i modelli lineari generalizzati per analizzare l’associazione tra aBMD e attività fisica.
Dopo aver compiuto gli aggiustamenti per età al basale, altezza, peso e abitudine al fumo (p < 0.05) è emersa una tendenza lineare positiva tra la densità minerale ossea areale e l’attività fisica, sia negli uomini che nelle donne. La relazione tra aBMD ed attività fisica nel tempo libero si è dimostrata consistente osservando sia diverse parti dell’anca (struttura totale, collo del femore, e area del trocantere) che dell’avambraccio (area distale e ultradistale).
In un sotto-campione rappresentato da 2436 tra uomini e donne, di età inferiore ai 70 anni, è emerso che chi ha condotto una vita sedentaria, dall’inizio dello studio fino al periodo di follow-up (6%), presentava una densità minerale ossea areale più bassa rispetto a chi, invece, è stato moderatamente attivo o attivo (71%) (p < 0.01).
In conclusione, questo studio indica che l’attività fisica svolta nel tempo libero da adulti consente di raggiungere una densità minerale ossea più elevata e di ridurre, quindi, il rischio di osteoporosi in età avanzata.