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Bevande alcoliche: qual è il loro impatto sullo sviluppo di tumori?

Il consumo di bevande alcoliche è un fattore di rischio molto sottovalutato nella prevenzione oncologica. L’eccesso di alcol si associa infatti ad un aumentato rischio di tumore in ben 8 sedi anatomiche. In questo quinto ed ultimo approfondimento sul report del Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro (WCRF) esaminiamo il ruolo dell’alcol nello sviluppo dei tumori e le raccomandazioni riguardo al suo consumo.

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Il consumo dannoso di alcol è stato associato a più di 200 malattie e compromissioni dello stato di salute, tra cui: cirrosi epatica, malattie infettive, patologie cardiovascolari, demenza precoce e cancro. Tra queste rientrano anche le lesioni intenzionali e non, in particolare gli incidenti stradali.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), il consumo dannoso di alcol causerebbe circa 3 milioni di morti ogni anno a livello globale, nonché disabilità e cattive condizioni di salute in milioni di persone. Complessivamente, l'abuso di alcol è responsabile del 5,1% del carico globale di malattie e la regione europea dell'OMS ha la più alta percentuale di bevitori e il più alto consumo di alcol nel mondo. Nelle fasce più giovani della popolazione, i ragazzi tra i 18 e i 24 anni, emergono diversi comportamenti a rischio riguardo al consumo di bevande alcoliche tra cui il binge drinking, ossia il consumo di quantità eccessive di alcol in un breve lasso di tempo. Questo fenomeno rappresenta, tra i giovani, l’abitudine più diffusa e consolidata.

In diversi paesi il consumo di alcol rappresenta, quindi, un importante problema di salute pubblica, tanto che esistono imponenti piani di prevenzione riguardo al consumo dannoso di bevande alcoliche. Inoltre, nella maggior parte delle linee guida per la salute pubblica, si è smesso di fare riferimento ad un consumo moderato o consapevole di alcol, accezione che può indurre il consumatore ad una maggiore indulgenza; si parla invece di un consumo di alcol a basso rischio.

Dal punto di vista nutrizionale l’alcol è spesso definito come una fonte di “calorie vuote”; non è difatti considerabile come un nutriente, poiché non apporta nulla di utile all’organismo, pur fornendo un elevato potere calorico, circa 7 kcal per grammo di etanolo assunto. Per questo, il consumo cronico di alcol espone, tra le altre cose, ad una maggiore probabilità di incorrere in sovrappeso e obesità, condizioni associate ad un rischio superiore di sviluppare numerosi tipi di tumore. Un rischio oncologico indiretto, quindi, che si somma a quello diretto che invece causa l’etanolo. Le principali agenzie internazionali di salute pubblica sono infatti concordi nell’affermare che l’alcol è una sostanza tossica e cancerogena. Lo IARC (International Agency for Research on Cancer) inserisce l’alcol nei cancerogeni del gruppo 1 (sicuramente cancerogeno per l’uomo).

Il Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro (WCRF), all’interno del suo report su Dieta, attività fisica e cancro, afferma che il consumo di bevande alcoliche si associa ad aumentato rischio di sviluppare tumori del cavo orale (bocca, faringe, laringe), dell’esofago, dello stomaco, del fegato, del colon-retto e del seno.

Il WCRF nel riferirsi alle bevande alcoliche afferma che queste includono principalmente birra, vino e superalcolici, ma anche, per alcune realtà, idromele, sidro e particolari latti fermentati.

L'eccesso di alcol aumenta il rischio di 8 tipi di tumore

Per trarre queste conclusioni sono stati analizzati numerosi studi che hanno permesso una classificazione delle evidenze in: convincenti, probabili, limitate e altamente improbabili.

Le evidenze convincenti e probabili, entrambe appartenenti alla categoria di “evidenza di grado forte”, vengono utilizzate per formulare le raccomandazioni. Le associazioni trovate tra il rischio di sviluppare un tumore nelle 8 sedi elencate in precedenza e il consumo di alcol hanno un grado di evidenza forte. A fronte di tali evidenze, la settima raccomandazione del WCRF per la prevenzione oncologica afferma: “Limita il consumo di bevande alcoliche”, in cui si chiarisce che a scopo preventivo sarebbe meglio non consumarle affatto.


Riassunto delle principali conclusioni del WCRF sulla relazione esistente tra consumo di alcol e rischio di cancro

Solide evidenze hanno dimostrato che:

Il consumo di bevande alcoliche AUMENTA il rischio di:

  • Tumore della bocca, della faringe e della laringe
  • Tumore dell’esofago
  • Tumore del seno (sia quello con insorgenza in pre sia in post-menopausa)

Il consumo di 2 o più unità alcoliche al giorno (30 g o più di alcol) AUMENTA il rischio di:

  • Tumore del colon-retto

Il consumo di 3 o più unità alcoliche al giorno (45 g o più di alcol) AUMENTA il rischio di:

  • Tumore dello stomaco
  • Tumore del fegato

Il consumo non superiore a 2 unità alcoliche al giorno (fino a 30 g di alcol) RIDUCE il rischio di:

  • Tumore del rene

Tipologie di bevande alcoliche associate al rischio di cancro

Il panel del WCRF afferma che le bevande alcoliche causano vari tipi di cancro, indipendentemente dalla tipologia consumata. Questo perché tutti gli alcolici contengono etanolo, composto cancerogeno. La misura in cui le bevande alcoliche sono causa di cancro dipende dalla quantità e dalla frequenza dell'alcol consumato. A questa categoria appartengono principalmente birra, vino e superalcolici, ma anche, per alcune realtà, idromele, sidro e particolari latti fermentati.  

Come si potrà notare, tra le evidenze emerse dal report del WCRF, su bevande alcoliche e rischio di tumore, si riscontra un possibile ruolo del consumo di alcol nella diminuzione del rischio di tumore del rene. Come vedremo più avanti, ci sono meccanismi biologici ancora incerti alla base di tale relazione, inoltre, l’evidenza di protezione emerge per un consumo fino a due unità alcoliche al giorno (30 g di alcol), oltre tale quantità non si evidenzia alcuna protezione e non è chiaro se possa invece emergere un aumento del rischio d’insorgenza di questa tipologia di tumore.

Meccanismi ed evidenze rispetto al consumo di alcol e al rischio di tumore

Sebbene le bevande alcoliche possano contenere diversi composti potenzialmente cancerogeni, le evidenze si basano soprattutto sul ruolo dell’etanolo e dell’acetaldeide (sostanza che deriva dal metabolismo dell’alcol).

Inoltre, l’alcol, agendo come solvente, favorisce la penetrazione delle sostanze cancerogene all’interno delle cellule. Per questo motivo, il rischio di tumore si amplifica quando al consumo di alcol si associa l’abitudine al fumo di sigaretta.

Infine, è stato osservato che i forti consumatori di alcol tendono ad avere un’alimentazione scarsa in nutrienti essenziali, come i folati e, quindi, un peggiore stato di salute che espone l’organismo ad aumentato rischio di patologie, anche oncologiche.

Metabolismo dell’alcol e rischio di tumore

Il ruolo dell’alcol nell’iniziazione tumorale sembra essere legato in particolare al metabolismo dell’etanolo. In seguito alla digestione, l’alcol (o etanolo) viene metabolizzato soprattutto nel fegato ad opera dell’enzima alcol deidrogenasi (ADH), che lo converte in acetaldeide. L’acetaldeide viene poi trasformata dall’enzima acetaldeide deidrogenasi (ALDH) in acetato, sostanza che viene utilizzata dall’organismo a scopo energetico.

In presenza di piccole quantità di alcol, l’organismo riesce a metabolizzarlo in maniera efficace, quando invece la quota è eccessiva, la sua metabolizzazione diventa inefficiente, si accumulano grandi quantità di acetaldeide e l’organismo deve far fronte a quest’eccedenza impiegando altri meccanismi di detossificazione. L’acetaldeide in eccesso viene, quindi, riversata in circolo dal fegato. Questa sostanza risulta essere tossica per l’organismo e un suo eccesso può diventare causa di danni diretti al DNA e riarrangiamenti nei cromosomi, situazioni che possono favorire l’iniziazione di un processo di trasformazione tumorale a livello cellulare. 

Un meccanismo attraverso cui l'alcol può aumentare il rischio di cancro

Evidenza

L’evidenza osservata risulta coerente e ha mostrato un significativo aumento del rischio all’aumentare del consumo di alcol, tale rischio risulta superiore nelle donne.

Il consumo di alcolici è una causa convincente di cancro della bocca, della faringe e della laringe.

Meccanismo

Il panel WCRF ritiene che il preciso meccanismo sottostante alla relazione tra consumo di alcol e tumore di bocca, faringe, laringe non sia completamente compreso. Un importante numero di studi sperimentali ha però mostrato che l’acetaldeide, metabolita tossico dell’alcol, interrompe la sintesi e il riparo del DNA e può quindi contribuire all’innesco del processo carcinogenico.

Elevati quantitativi di etanolo inducono, inoltre, un aumento dello stress ossidativo, attraverso la produzione di specie reattive dell’ossigeno, sostanze potenzialmente genotossiche*.

* capacità di una sostanza di danneggiare il DNA delle cellule.

Evidenza

Per il tumore dell’esofago (carcinoma squamocellulare) l’evidenza risulta coerente e mostra un aumento del rischio significativo all’aumentare del consumo di alcol.

Il consumo di alcolici è una causa convincente di carcinoma squamocellulare dell’esofago.

Meccanismo

Sono stati proposti diversi meccanismi per spiegare l’associazione tra consumo di alcol e carcinoma squamocellulare dell’esofago. Tra questi i più accreditati sono: il danno al DNA causato dai radicali liberi e dall’acetaldeide, metabolita tossico dell’alcol. Inoltre, l’alcol sembra interferire con i meccanismi di riparazione del DNA e pare favorisca la penetrazione nelle cellule di altre sostanze cancerogene, come quelle contenute nel tabacco.

Evidenza

L’evidenza osservata risulta coerente e ha mostrato un significativo aumento del rischio all’aumentare del consumo di alcol. Non si sono osservate differenze tra i due sessi, è stato però osservato un aumento significativo del rischio per assunzioni superiori ai 45 g di alcol al giorno.

Il consumo di alcolici è una causa convincente di cancro del fegato, quando vengono assunti più di 45 g al giorno di etanolo (circa 3 unità alcoliche).

Meccanismo

I meccanismi proposti del WCRF per la relazione tra alcol e tumore del fegato si basano sia su studi su modelli animali che sull’uomo. Oltre a meccanismi noti per altri tumori come il danno al DNA provocato dell’acetaldeide, metabolita tossico dell’alcol, e dallo stress ossidativo, indotto da elevati consumi di alcol, è stato osservato che nei soggetti che consumano grandi quantità di bevande alcoliche, l’effetto epatotossico di questa sostanza si combini all’effetto di cattive abitudini alimentari che determinano uno scarso apporto di nutrienti essenziali. Infine, ricerche più recenti hanno analizzato l’impatto di un consumo cronico di elevate quantità di alcol sulla disbiosi del microbiota intestinale e sull’indebolimento della funzione della barriera intestinale.

Evidenza

Per il tumore del colon-retto si è riscontrato un significativo aumento del rischio per consumi uguali o superiori a 30 g di etanolo al giorno. Non sono state notate differenze significative relative al sesso, al luogo geografico o alla specifica sede tumorale (colon-retto/colon/retto).

Il consumo di alcolici è una convincente causa di cancro del colon-retto, quando l’assunzione supera più di 30 g al giorno di etanolo (circa 2 unità alcoliche).

Meccanismo

I meccanismi d’azione per i quali si ipotizza un effetto dato dall’assunzione cronica di alcol sullo sviluppo di cancro del colon-retto, appaiono vari e non completamente chiari. L’acetaldeide, metabolita tossico dell’alcol può avere un effetto cancerogeno diretto alla cellula intestinale. Lo stress ossidativo, indotto dal consumo di elevate quantità di alcol, e la penetrazione a livello cellulare di sostanze cancerogene determinata dall’alcol sono entrambi possibili meccanismi che spiegano l‘aumentato rischio di tumore del colon-retto. Più recentemente si è analizzato l’impatto di un consumo cronico di elevate quantità di bevande alcoliche sulla disbiosi del microbiota intestinale e sull’indebolimento della funzione della barriera intestinale. L’aumentata esposizione del lume intestinale a sostanze potenzialmente cancerogene è stata, inoltre, associata ad un aumentato rischio di sviluppare il cancro del colon-retto.

Evidenza (insorgenza in post-menopausa)

Per il tumore del seno con insorgenza in post-menopausa l’evidenza risulta coerente e mostra un aumento del rischio significativo all’aumentare del consumo di alcol. Incrementi significativi sono stati osservati negli studi condotti in Europa e Nord America, nelle donne in terapia ormonale sostitutiva attiva ma anche in quelle che non hanno mai fatto terapia ormonale sostitutiva, nelle pazienti con tumori positivi agli estrogeni e al progesterone ed in quelle con tumori positivi agli estrogeni e negativi al progesterone. Non è stato possibile stabilire una soglia di consumo di alcol al di sotto della quale si osservasse un rischio nullo. Gli effetti sono evidenti già a partire da quantità di alcol pari a 10 g al giorno.

Il consumo di alcolici è una convincente causa di cancro del seno con insorgenza in post-menopausa.

Evidenza (insorgenza in pre-menopausa)

Per il tumore del seno con insorgenza in pre-menopausa l’evidenza risulta coerente e mostra un aumento del rischio significativo all’aumentare del consumo di alcol. Un incremento significativo del rischio è stato osservato negli studi in Nord America. Non è stato possibile stabilire una soglia di consumo di alcol al di sotto della quale si osservasse un rischio nullo. Gli effetti sono evidenti si osservano già a partire da quantità di alcol pari a 10 g al giorno.

Il consumo di alcolici è una causa probabile di cancro del seno con insorgenza in pre-menopausa.

Meccanismo

I meccanismi proposti per la relazione tra alcol e tumore del seno, sia con insorgenza in pre- che in post-menopausa, si basano sia su studi su modelli animali che sull’uomo. I meccanismi precisi attraverso cui l’alcol influenza il rischio di tumore del seno sono tuttora incerti. Essendo l’alcol metabolizzato nel fegato, è possibile che possa influenzare sia lo stato funzionale di quest’organo sia la sua capacità di metabolizzare nutrienti e altri fattori, in particolare gli ormoni.

L’alcol può essere metabolizzato anche nel tessuto mammario, l’acetaldeide che ne deriva e l’aumento dei livelli di specie reattive dell’ossigeno sono una causa diretta di danni al DNA. Inoltre, l’alcol può aumentare i livelli di estrogeni circolanti, esponendo il tessuto mammario ad un aumentato rischio di cancro. Infine, è noto che le persone che consumano importanti quantità di alcol possono avere una dieta scarsa in nutrienti essenziali come i folati, rendendo il tessuto mammario maggiormente suscettibile alla cancerogenesi.

Il panel WCRF afferma che, in generale, l’evidenza tende a mostrare un aumento del rischio di tumore dello stomaco in associazione ad un elevato consumo di alcol. Gli studi mostrano un aumento del rischio per livelli di assunzione di alcol superiori ai 45 g al giorno. Si è osservato un incremento significativo del rischio negli uomini e per gli studi condotti in Asia.

Il consumo di alcolici è una causa probabile di cancro dello stomaco, quando l’assunzione è superiore a più di 45 g al giorno di etanolo (circa 3 unità alcoliche).

Meccanismo

I meccanismi proposti dal WCRF per la relazione tra alcol e tumore dello stomaco sono gli stessi ipotizzati per altri tumori, come il danno al DNA provocato dell’acetaldeide, metabolita tossico dell’alcol e dallo stress ossidativo indotto da elevati consumi di bevande alcoliche. Inoltre, un consumo eccessivo di alcol favorisce la penetrazione nelle cellule di altre sostanze cancerogene, come quelle contenute nel tabacco.

Evidenza

Seppure con una certa eterogeneità tra gli studi, l’evidenza che il consumo di alcol diminuisca il rischio di tumore del rene risulta generalmente coerente. Quando gli studi venivano stratificati per sesso emergeva una diminuzione del rischio significativa per le donne, ma non per gli uomini. L’effetto protettivo sembra emergere per un consumo fino a 30 g di alcol al giorno (circa 2 unità alcoliche). L’evidenza per consumi oltre i 30 g risulta invece poco chiara; non è noto, infatti, se consumi superiori a tale soglia, possano invece far emergere un aumento del rischio d’insorgenza di questa tipologia di tumore.

Il consumo di alcolici ha un probabile effetto protettivo nei confronti del cancro del rene. Tale associazione si basa sull’evidenza relativa ad un’assunzione fino a 30 g al giorno di etanolo (circa 2 unità alcoliche).

Meccanismo

I meccanismi che possono spiegare l’associazione inversa tra il consumo moderato di alcol ed il rischio di cancro del rene sono incerti, ma sembrano essere coerenti per i vari sottotipi di tumore renale. I possibili meccanismi proposti includono: un migliore profilo lipidico in coloro che bevono moderate quantità di alcol e livelli più elevati di adiponectina. È stato inoltre suggerito che l’effetto diuretico dell’alcol possa in parte spiegare la diminuzione del rischio di cancro, determinando un minore tempo di contatto delle cellule renali con possibili cancerogeni. Tuttavia, si sono osservati risultati incoerenti per l’assunzione di altre tipologie di bevande e di diuretici riguardo al rischio di tumore, tali da non supportare questa ipotesi.

Raccomandazioni e suggerimenti smart

L’insorgenza dei tumori, così come di tutte le altre malattie croniche (diabete, patologie cardiovascolari etc.), non dipende da un singolo fattore scatenante ma dalla complessa interazione di più elementi: genere, età, razza, genetica, peso corporeo, alimentazione, fumo, attività fisica, esposizione solare etc. I nostri comportamenti possono, quindi, influenzare la nostra salute e le raccomandazioni del WCRF ci possono indirizzare verso stili di vita/alimentari più corretti.

La raccomandazione del WCRF è molto netta riguardo all’alcol: per la prevenzione del cancro sarebbe meglio non consumare alcolici. Se si desidera consumarne, il panel suggerisce di farlo secondo le linee guida del proprio paese.

Nel nostro caso, facciamo riferimento alle linee guida per una sana alimentazione italiana che definiscono, per la salute in generale, a basso rischio un consumo di 2 unità alcoliche al giorno per l’uomo adulto e 1 unità per donne adulte e anziani di entrambi i sessi. Per gli under 18 e le donne in gravidanza, invece, l’indicazione è di zero unità alcoliche.

Un’unità alcolica corrisponde a circa 10-12 grammi di alcol (etanolo), equivalente a una di queste opzioni:

  • un calice (125 ml) di vino con gradazione alcolica al 12%
  • una lattina da 33cl di birra con gradazione alcolica al 4,5%
  • un bicchiere (80 ml) di aperitivo con gradazione alcolica al 18%
  • un bicchierino (40 ml) di superalcolico con gradazione alcolica al 36%
A cosa corrisponde una unità alcolica?

È bene sottolineare ancora una volta che la tipologia di alcol che si sceglie di consumare, purché nelle quantità che corrispondono ad una unità alcolica, è totalmente indifferente. A parità di apporto di etanolo, ad esempio, il vino non è più salutare di un superalcolico. Il fattore importante nella modulazione del rischio oncologico è la quantità di alcol assunta. Inoltre, non è possibile stabilire una soglia di consumo al di sotto della quale il rischio si annulli, anzi, per alcuni tipi di tumore come quello del seno, già a partire da consumi molto bassi, pari ad una unità alcolica al giorno, si osserva un aumento del rischio.

Come detto inizialmente il consumo di alcol è stato correlato anche a diverse patologie cardiovascolari, nonché ad aumento della mortalità per tali patologie. Le più recenti linee guida per la prevenzione cardiovascolare della Società Europea di Cardiologia - European Society of Cardiology, ne suggeriscono un consumo ancora più stringente, che corrisponde a circa 1 unità alcolica al giorno per entrambi i sessi.

È importante familiarizzare con il concetto di unità alcolica, in modo da fare scelte consapevoli, riguardo al consumo di alcol. Molto spesso infatti, come si può notare dalla grafica sottostante, l’unità abituale di consumo per alcuni drink può fornire più di un’unità alcolica

Quante unità alcoliche ci sono nel tuo drink?

Nelle occasioni di convivialità può essere una valida alternativa quella di scegliere le bevande zero alcol, molte delle quali, in particolare la birra analcolica, ultimamente sono molto diffuse ed hanno un gusto sempre più apprezzato.

Infine, è bene non dimenticare che ogni qualvolta si consuma alcol, si apportano kilocalorie in eccesso. L’immagine di seguito equipara, in termini calorici, alcuni drink ad alimenti ad alta densità energetica. Con questi esempi non si vuole lasciar intendere che, ad esempio, 141 kcal possano essere apportate indifferentemente da un gin tonic o da un sacchettino di patatine, il loro effetto sull’organismo è ovviamente diverso. Si pensi soltanto che quando si consuma un gin tonic, oltre ad aver assunto ben 2 unità alcoliche, è come se si fossero introdotte41 kcal extra nella propria dieta, esattamente quelle contenute in un sacchettino di patatine.

Quante kcal ci sono nel tuo drink?