Qual è la verità sull'olio di cocco?

10 ottobre
2021
Tempo di lettura
4 min
#alimenti #informazione

Negli ultimi anni l’olio di cocco ha visto crescere la sua popolarità a causa di presunti benefici per la salute, associati soprattutto alla prevenzione delle malattie cardiovascolari e alla perdita di peso. Ad oggi non ci sono evidenze scientifiche che possano confermare nessuno di questi effetti.


L’olio di cocco è un prodotto estratto dalla noce di cocco, frutto della pianta Cocos nucifera, particolarmente diffuso nei paesi dell’area tropicale come Filippine, Indonesia, Brasile e India. Si tratta di un olio estremamente versatile, utilizzato non solo in cucina o come condimento, ma anche nell’ambito della cosmesi e dei prodotti per capelli. Può essere prodotto mediante tecniche differenti, ma le più diffuse sono l’estrazione a caldo o a freddo.

Caratteristiche nutrizionali dell'olio di cocco

L’olio di cocco è costituito essenzialmente da lipidi (99,9%) e di questi la maggior parte è rappresentata dagli acidi grassi saturi, primo fra tutti l’acido laurico. Data l’elevata quantità di grassi saturi, a temperatura ambiente l’olio di cocco si presenta allo stato solido, così come il burro. È presente poi una discreta quantità di acidi grassi monoinsaturi e una minima quota di acidi grassi polinsaturi.

Sebbene l'olio di cocco sia notevolmente apprezzato in cucina, in quanto possiede un punto di fumo piuttosto elevato (circa 180°C)  si sconsiglia di utilizzarlo frequentemente e in particolare per la frittura. Questo metodo di cottura, infatti, raggiunge temperature molto elevate (superiori ai 180°C) ed è poco salutare, in modo particolare se eseguito in oli ricchi di acidi grassi saturi.  Se si desidera friggere un alimento meglio ricorrere all’olio extravergine di oliva, il cui punto di fumo è di poco inferiore ai 200°C o ancor meglio all’olio di arachide il cui punto di fumo supera i 210°C.

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Olio di cocco e olio extravergine di oliva: valori nutrizionali a confronto

Considerando l’apporto calorico, olio di cocco e olio extravergine di oliva sono perfettamente equivalenti; si differenziano parecchio, però, per quanto riguarda la composizione in nutrienti. L’olio extravergine di oliva, infatti, è composto prevalentemente da acidi grassi monoinsaturi (in particolare acido oleico), noti per la loro efficacia nel miglioramento del profilo lipidico, e solo in misura minore da acidi grassi saturi e polinsaturi. Inoltre, a differenza dell’olio di cocco che ne è sostanzialmente privo, è una buona fonte di vitamina E, importante per la sua funzione antiossidante.

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Valori nutrizionali espressi per 100 g di prodotto

Olio di cocco

Olio extra vergine di oliva

Energia (kcal)

899

899

Proteine (g)

Tr

0,0

Lipidi totali (g)

99,9

99,9

Carboidrati disponibili (g)

0,0

0,0

Vitamina E (mg)

0,70

21,42

Acidi grassi saturi (g)

86,80

14,46

Acido laurico (g)

44,80

0,00

Acido palmitico (g)

8,40

10,64

Acidi grassi monoinsaturi (g)

6,25

72,95

Acido oleico (g)

6,25

71,87

Acidi grassi polinsaturi (g)

1,60

7,52

Acido linoleico (g)

1,60

6,79

Acido linolenico (g)

0,0

0,73

L'olio di cocco ha dei benefici per la salute?

La crescente popolarità dell’olio di cocco è legata al fatto che gli vengono attribuiti numerosi effetti benefici per la salute, dalla prevenzione del diabete a quella della carie dentale, ma soprattutto delle malattie cardiovascolari. Proprio quest’ultimo aspetto è stato oggetto di numerosi studi scientifici, che hanno indagato la possibile relazione tra olio di cocco e riduzione del rischio cardiovascolare.

Olio di cocco e colesterolo

In particolare, la ricerca si è focalizzata sul contenuto nell’olio di cocco di acidi grassi a media catena, molecole che sembrerebbero associate a un miglioramento del profilo lipidico, con riduzione dei livelli di colesterolo.

Dall’analisi dei risultati è emerso che il consumo di olio di cocco è in realtà associato ad un aumento dei livelli plasmatici di colesterolo totale, LDL (il cosiddetto colesterolo “cattivo”) e trigliceridi. L’incremento di LDL risulta inferiore a quello provocato da altri alimenti ricchi di grassi saturi, come il burro, ma deve essere comunque tenuto in considerazione.

L’assunzione di olio di cocco sembrerebbe legata anche ad un aumento dei livelli di colesterolo “buono” HDL, ma ad oggi non ci sono evidenze sufficienti per poterlo affermare.

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L'olio di cocco aiuta a perdere peso?

Un’altra convinzione abbastanza diffusa è che l’olio di cocco sia in grado di “bruciare” il grasso corporeo e possa quindi essere un buon alleato per la perdita di peso. In particolare, è frequentemente impiegato nell’ambito della dieta chetogenica, un approccio dietetico nel quale l’apporto di carboidrati viene totalmente o fortemente ridotto, a favore di un maggiore introito di proteine e lipidi.

Dai numerosi studi svolti, però, non è emersa alcuna correlazione tra consumo di olio di cocco e riduzione del tessuto adiposo. Inoltre, l’olio di cocco, non sembra sortire effetti positivi neanche in termini di perdita di peso, miglioramento della composizione corporea e prolungamento del senso di sazietà.

Quanto olio di cocco si può consumare?

Considerate le caratteristiche nutrizionali dell’olio di cocco e l’assenza di particolari proprietà benefiche per l’organismo, la raccomandazione generale è quella di limitarne il consumo, al pari degli altri alimenti ricchi di grassi saturi. Sulla base dei LARN (Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed Energia) il quantitativo di acidi grassi saturi assunto quotidianamente dovrebbe essere inferiore al 10% dell’energia totale.





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