Gli additivi alimentari sono delle sostanze aggiunte agli alimenti per colorare, dolcificare, aromatizzare o contribuire alla loro conservazione. È opinione comune che la loro presenza nei prodotti alimentari rappresenti un rischio per la salute. Ma cosa dice la scienza?
Si diffonde sempre di più l’idea che l’aggiunta negli alimenti di additivi, spesso chiamati erroneamente “sostanze chimiche”, come conservanti, coloranti, edulcoranti, metta a rischio la salute.
Ma “sostanza chimica” non è sinonimo di sostanza di sintesi, cioè di composto realizzato in laboratorio. Sono sostanze chimiche anche componenti naturali estratte da fonti vegetali come gli antociani, presenti nei frutti rossi e usati come coloranti, la vitamina C e l’acido citrico, contenuti nel limone e utilizzati rispettivamente come antiossidante e come regolatore di acidità. Questi, ad esempio, vengono identificati nella lista degli ingredienti con le sigle: E163, E300 ed E330, rispettivamente.
Tutti gli additivi alimentari sono sottoposti a rigorose valutazioni riguardo la loro sicurezza. Anche dopo essere stati autorizzati sono oggetto di riesame e, come già successo, possono essere rimossi dal mercato.
Ricordiamo che sull’etichetta alimentare, tutti gli ingredienti sono disposti secondo un ordine: tra i primi compaiono quelli presenti in quantità maggiore e seguono quelli presenti in proporzioni minori. Per capire realmente quale prodotto stiamo acquistando bisogna quindi aver cura di verificare che tra le prime posizioni non ci siano zuccheri e grassi, piuttosto che ricercare sull’etichetta l’eventuale presenza di additivi.
L’unico campanello d’allarme riguarda l’aggiunta di nitriti e nitrati come conservanti, soprattutto in carni e insaccati. Questi composti possono essere convertiti all’interno del nostro organismo in composti capaci, alla lunga, di accrescere il rischio di tumori. Sebbene l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, dopo aver riesaminato questi additivi, confermi che i livelli aggiunti negli alimenti siano sicuri, si raccomanda il consumo solo occasionale di salumi e carni trasformate, prodotti molto ricchi di sale oltre che di nitriti e nitrati, a favore di una dieta ricca di alimenti di origine vegetale.