Fin dai primi anni del 1900 la scienza indaga il legame esistente tra riduzione dell’introito calorico, salute, invecchiamento e speranza di vita. Le diverse tipologie di approcci per diminuire il quantitativo di calorie introdotto vanno sotto la definizione più generale di “restrizione dietetica”, che comprende: il digiuno totale, quelli intermittenti e le diete mima digiuno.
Le più note e studiate tipologie di digiuno intermittente (Intermittent Fasting) comprendono:
Il digiuno intermittente 16/8 ha mostrato dei risultati molto interessanti e promettenti nei topi di laboratorio, tra cui:
Nel complesso, questi esperimenti hanno mostrato che una dieta ad alto contenuto di grassi, assunta liberamente nelle 24h, rende gli animali obesi e aumenta il loro rischio di sviluppare numerosi problemi metabolici; la stessa tipologia di dieta assunta in 8-10 ore, invece, non altera il peso e lo stato di salute generale degli animali.
A seguito di questi brillanti risultati, i ricercatori hanno voluto indagare gli effetti del digiuno intermittente 16/8 anche sull’uomo.
Studi preliminari hanno fornito risultati interessanti soprattutto in persone sovrappeso e con malattie cardiometaboliche. Questa tipologia di digiuno diminuisce i fattori di rischio per l’insorgenza delle malattie croniche (pressione alta, obesità, colesterolo, trigliceridi e glucosio elevati). Il digiuno intermittente 16/8 è stato studiato anche in persone sane e in atleti, come metodo per ridurre l’introito calorico e/o migliorare la composizione corporea.
Ad oggi, questa tipologia di digiuno non ha determinato, in nessuna delle categorie di individui su cui è stata testata, effetti collaterali particolarmente seri. Tuttavia, sono necessarie ulteriori ricerche per raccomandarne l’impiego, in totale sicurezza, come approccio efficace per il controllo del peso corporeo, la prevenzione delle malattie croniche e il miglioramento di parametri metabolici e composizione corporea, anche in persone sane e/o atleti.
Tra le varie tipologie di digiuno intermittente, sicuramente il 16/8 ha la potenzialità di essere più facilmente accettato e messo in pratica dalle persone. Infatti, non richiede il sacrificio di saltare completamente i pasti per 24h, inoltre in molti casi la finestra di tempo per mangiare viene estesa a 10-12 ore. Tuttavia, essendo ancora oggetto di studio, non esistono delle linee guida nazionali o internazionali che ne raccomandino la pratica e descrivano in che modo osservarlo. Di conseguenza, a meno che non sia stato prescritto da un professionista del settore (dietologo, nutrizionista, dietista), a seguito di una valutazione dello stato di salute generale del soggetto e delle sue esigenze, è sconsigliabile intraprendere, con il “fai da te”, questa e/o altre tipologie di restrizioni caloriche.
Il metabolismo umano si è evoluto ed adattato in sincronia con i ritmi circadiani, variando la sua attività nei diversi momenti della giornata: massima di mattina e minima di notte. Vari studi hanno dimostrato che mangiare di notte si associa ad un aumentato rischio di obesità e diabete. Di conseguenza, abituare l’organismo ad allungare il più possibile il digiuno notturno, può rappresentare una pratica salutare per promuove un miglioramento metabolico, anche in chi non ha bisogno di perdere peso e/o non è affetto da patologie croniche.
In attesa di ricerche sempre più promettenti e sicure sull’applicazione del digiuno intermittente 16/8 nelle persone, il consiglio per contribuire al miglioramento della salute generale è quello di: