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In che modo l’impiego di integratori alimentari, durante la chemioterapia, influenza il rischio di recidiva e la probabilità di sopravvivenza in pazienti con tumore al seno?

I risultati di uno studio osservazionale pubblicato nel 2020 sull’autorevole rivista “Journal of Clinical Oncology”, confermano l’approccio prudenziale rispetto all’impiego di integratori, quali vitamina A, carotenoidi, ferro e vitamina B12, il cui utilizzo indiscriminato potrebbe peggiorare la prognosi dei pazienti affetti da tumore al seno in chemioterapia.

Ambrosone CB et al, J Clin Oncol, 2020

In che modo l’impiego di integratori alimentari, durante la chemioterapia, influenza il rischio di recidiva e la probabilità di sopravvivenza in pazienti con tumore al seno?

 

Il Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro (WCRF - World Cancer Research Fund), una delle principali autorità nella prevenzione dei tumori, che studia le relazioni esistenti tra consumi alimentari, stile di vita e sviluppo di cancro, nelle 10 raccomandazioni per la prevenzione delle malattie oncologiche, dichiara che “non si devono assumere integratori alimentari per prevenire le neoplasie”.

Altre ricerche sono state condotte per valutare, invece, l’effetto di queste sostanze durante le terapie oncologiche e il loro impatto sul tasso di sopravvivenza. Nel 2020, è stato pubblicato, su Journal of Clinical Oncology, una delle più autorevoli riviste in campo oncologico, uno studio osservazionale che ha analizzato come l’impiego di particolari integratori alimentari, in un gruppo di pazienti con tumore al seno sottoposti a chemioterapia, impattasse sulla salute in termini di rischio di recidiva e di morte.
Essendo già stata messa in dubbio, in precedenti ricerche, la sicurezza dell’utilizzo di particolari supplementi nutrizionali ad effetto antiossidante, perché potenzialmente in grado di ridurre l’efficacia della chemioterapia, i ricercatori della “Cleveland Clinic”, in collaborazione con altri 12 centri di ricerca sul cancro, hanno condotto uno studio osservazionale prospettico chiamato “Diet, Exercise, Lifestyle and Cancer Prognosis (DELCaP)”, per valutare l’associazione “integratori alimentari - evoluzione della malattia”. Questo studio è a sua volta parte di un’analisi più estesa, chiamata SWOG (S0221), condotta tra il 2003 e il 2010, su quasi 3 mila pazienti, per identificare il dosaggio e l’impiego più adeguati dei chemioterapici doxorubicina, ciclofosfamide e paclitaxel, come terapia adiuvante per il tumore al seno in stadio iniziale, in pazienti ad alto rischio.

I ricercatori hanno distribuito, ai 1334 partecipanti, dei questionari relativi all’uso di integratori alimentari, sia prima che durante i trattamenti.
I risultati di questo lavoro hanno principalmente mostrato quanto segue.

  • Il 17,5% dei pazienti ha utilizzato un qualsiasi tipo di antiossidante - vitamine A, C, E, carotenoidi e coenzima Q10 - e il 44% ha assunto integratori multivitaminici.
  • Tra coloro che hanno fatto uso di qualsiasi tipo di antiossidante, prima e dopo le terapie, è stato registrato un incremento, sebbene non statisticamente significativo, delle probabilità di incorrere in una recidiva e, in misura minore, del rischio di morte.
  • L’impiego a lungo termine di vitamina A (prima e durante le terapie) era associato con un aumento statisticamente significativo sia di recidiva che di decesso.
  • L’assunzione a lungo termine di carotenoidi (solo durante le terapie) era associata con un aumento statisticamente significativo di recidiva.
  • L’assunzione di integratori a base di vitamina B12 (prima e durante le terapie) portava ad un aumento statisticamente significativo del rischio sia di recidiva che di morte.
  • L’impiego di integratori a base di vitamina B12 solo prima o solo durante le terapie, non è stato associato a nessun peggioramento della prognosi.
  • L’assunzione di ferro solo durante le terapie portava ad un aumento significativo del rischio sia di recidiva che di morte; mentre, un suo utilizzo prima e durante le terapie è stato associato ad aumenti non statisticamente significativi del rischio di recidiva.
  • Il consumo di acidi grassi omega-3 (prima e durante le terapie) è stato associato con un aumento non statisticamente significativo del rischio di recidiva. Un suo utilizzo solo durante le terapie, invece, non ha mostrato alcuna relazione significativa con la prognosi. Tuttavia, il dato sull’assunzione di omega-3 fa riferimento ad un mix di fonti, sia alimentari che sotto forma di integratori. Questa eterogeneità rende ulteriormente difficile valutare la robustezza dei dati ottenuti, relativamente all’impiego di questa tipologia di integratori.
  • Il consumo di multivitaminici non è stato associato a nessun peggioramento della sopravvivenza

A seguito di questi risultati, gli scienziati hanno ipotizzato che gli antiossidanti (in particolare vitamina A e carotenoidi) possano aver agito bloccando i radicali liberi prodotti dalla chemioterapia - per uccidere il tumore - vanificandone quindi, in parte, l’efficacia e aumentando, di conseguenza, il rischio di recidiva e di morte.

Non è invece stato possibile interpretare con sicurezza il significato dell’effetto dell’impiego di integratori a base di vitamina B12 e ferro, sul peggioramento della prognosi. Tuttavia, per quanto riguarda il ferro, gli autori ipotizzano che questo minerale potrebbe agire sia stimolando la produzione di radicali liberi, che favoriscono la crescita del cancro, che riducendo la capacità del sistema immunitario di prevenire lo sviluppo tumorale.

Alla luce di queste evidenze ancora preliminari e da comprovare, i ricercatori hanno sottolineato che, sebbene i dati siano in linea con le precedenti indicazioni mediche che consigliano prudenza nell’uso di integratori durante la chemioterapia, i risultati di questa ricerca non sono conclusivi e, quindi, non consentono di produrre delle raccomandazioni cliniche rispetto all’utilizzo delle varie tipologie di integratori, durante la chemioterapia.
Sicuramente saranno necessari ulteriori studi clinici, basati su gruppi più numerosi di pazienti e preferibilmente del tipo “controllato e randomizzato”, in modo da consentire la suddivisione dei pazienti in due gruppi, in maniera casuale: uno che riceve il trattamento (uno specifico integratore) e uno che non lo riceve (gruppo di controllo). Solo in questo modo sarebbe possibile minimizzare eventuali differenze e sbilanciamenti esistenti tra i gruppi che risulterebbero, quindi, comparabili; inoltre, si potrebbe stabilire con maggiore sicurezza una correlazione causale tra l’assunzione di uno specifico integratore e l’esisto clinico.


In attesa di ulteriori conferme, i suggerimenti per le persone che stanno seguendo cicli di chemioterapia rispettano ancora quelli delle linee guida nazionali ed internazionali e si possono riassumere come segue.

 

  • Evitare sempre il fai-da-te, affidandosi, invece, al proprio oncologo o medico curante che valuterà eventuali integrazioni nutrizionali, in armonia con il percorso di cura: oltre al rischio di compromettere l'efficacia delle terapie, infatti, l’effetto degli integratori potrebbe sommarsi a quello dei trattamenti, aumentandone l’eventuale tossicità.

 

  • Se non esistono deficit accertati, o particolari problematiche dovute alla malattia e/o alle terapie, è più opportuno che il fabbisogno di vitamine, minerali e altri nutrienti sia garantito da una dieta sana e bilanciata.