La scarsa disponibilità di informazioni inerenti gli effetti sulla salute delle diete più popolari desta importanti preoccupazioni per quanto riguarda la salute pubblica, soprattutto da quando medici e pazienti sono interessati ad adottarle come strategie utili per la prevenzione di diverse patologie.
In questo studio d’intervento randomizzato, condotto presso un centro medico-universitario di Boston, Massachusetts, al fine di valutare il grado di aderenza e l’efficacia di quattro diete popolari (Atkins, Ornish, Weight Watchers e Zona) nel ridurre il peso corporeo e il rischio cardiovascolare, sono stati reclutati individui in sovrappeso o obesi (indice di massa corporea medio: 35; range: 27-42) di età compresa tra i 22 e i 72 anni con accertata ipertensione, dislipidemia o iperglicemia a digiuno.
In particolare, un totale di 160 individui, arruolati a partire dal 18 luglio 2000 fino al 24 gennaio 2002, sono stati assegnati con modalità casuale ad uno dei quattro gruppi dietetici: gruppo dietetico Atkins (restrizione dei carboidrati, n = 40), Zona (bilanciamento dei macronutrienti, n = 40), Weight Watchers (restrizione calorica, n = 40) e Ornish (restrizione dei grassi, n = 40). Dopo due mesi dall’inizio dello studio i partecipanti hanno definito il proprio livello di aderenza alla dieta proposta. Dopo un anno sono state rilevate le variazioni di peso corporeo, dei parametri clinici di rischio cardiovascolare e il livello di aderenza alla dieta di ciascun gruppo.
Al termine dell’anno di osservazione è emerso che la perdita media di peso è stata di 2.1 (SD 4.8) kg per la dieta Atkins (21 partecipanti dei 40 arruolati hanno completato lo studio [53%], p = 0.009), 3.2 (SD 6.0) kg per la dieta Zona (26 su 40 hanno completato lo studio [65%], p = 0.002), 3.0 (SD 4.9) kg per la dieta Weight Watchers (26 su 40 hanno completato lo studio [65%], p < 0.001) e 3.3 (SD 7.3) kg per la dieta Ornish (20 su 40 hanno completato lo studio [50%], p = 0.007). Gli effetti maggiori sono stati osservati tra coloro che hanno portato a termine lo studio.
Nell’arco di un anno ogni dieta ha ridotto significativamente il rapporto colesterolo LDL/HDL di circa il 10% (p < 0.05), ma non ha determinato effetti significativi sulla pressione sanguigna o sulla glicemia. Inoltre, l’entità della perdita di peso è risultata associata al grado di aderenza allo schema dietetico (r = 0.60; p < 0.001) e non al tipo di dieta (r = 0.07; p = 0.40). La riduzione dei livelli di colesterolo totale/HDL, proteina C-reattiva e insulina riscontrata in ciascun gruppo dietetico è risultata significativamente associata alla perdita di peso (r media = 0.36, 0.37 e 0.39, rispettivamente) e non al tipo di dieta adottata (p = 0.48, p = 0.57, p = 0.31 rispettivamente).
In conclusione, al termine dell’anno di osservazione, tutti i soggetti hanno riportato un modesto calo ponderale ed una lieve riduzione dei diversi fattori di rischio cardiovascolare, indipendentemente dal tipo di dieta assegnata. Sebbene l’aumentata aderenza a ciascuna dieta è risultata associata ad una maggiore perdita di peso e al miglioramento dei fattori di rischio cardiovascolari, i livelli di aderenza dietetici riscontrati in tutti i gruppi sono risultati bassi.