Anacardi Valori nutrizionali per 100 g di parte edibile | |
Parte edibile (%) | 100 |
Energia (kcal): | 550 |
Acqua (g) | 3 |
Proteine (g): | 15 |
Lipidi (g): | 46 |
Saturi totali (g): | 8,1 |
Monoinsaturi totali (g): | 24,9 |
Polinsaturi totali (g): | 8,2 |
Carboidrati disponibili (g): | 18,8 |
Zuccheri solubili (g): | 5,6 |
Fibra totale (g): | 3 |
Anacardi Valori nutrizionali per 100 g di parte edibile | |
Fosforo (mg): | 490 |
Magnesio (mg): | 260 |
Zinco (mg): | 6 |
Selenio (µg): | 12 |
Vit. K (µg): | 34,1 |
Vit. E ATE (mg): | 1 |
Fosforo (mg): | 490 |
Magnesio (mg): | 260 |
Vit. E ATE (mg): | 1 |
Gli anacardi sono semi oleosi che nascono dall’albero dell’anacardio (Anacardium occidentale) appartenente alla famiglia delle Anacardiacee. Si tratta di una pianta tropicale originaria dell’Amazzonia, in Brasile, che attraverso i portoghesi è stata introdotta in Africa orientale e in India durante il XVI secolo.
Il frutto ha una struttura molto particolare. È composto da un falso frutto, detto mela d’anacardio, che viene mangiato fresco soprattutto nei paesi produttori e da un vero frutto, detto mandorla d’anacardio, che si presenta come una noce posta all’estremità della parte carnosa in cui è contenuto il seme comunemente consumato.
La tecnologia di estrazione del seme prevede un processo piuttosto complesso e delicato che include la rimozione dello strato esterno e successiva pelatura, rispettivamente agevolate da una fase di arrostimento e tostatura. È opportuno che venga posta attenzione alla rimozione del guscio di anacardio poiché contiene una sostanza caustica che non deve andare a contatto con il seme; ad oggi l’operazione è automatizzata in modo da minimizzare il rischio per gli operatori.
Dal punto di vista nutrizionale gli anacardi sono ricchi di grassi, perlopiù monoinsaturi. Una porzione di questo alimento, che corrisponde a circa 3 cucchiai di anacardi, fornisce anche proteine, carboidrati perlopiù complessi e un buon contenuto di fibra.
Tra i micronutrienti, i più rappresentati sono fosforo, magnesio e vitamina K.
Una revisione condotta dall’EFSA, l’ente europeo che si occupa di sicurezza alimentare, ha concluso che un adeguato apporto di grassi monoinsaturi promuove un aumento dei livelli di colesterolo HDL, comunemente detto colesterolo buono.
Ciò significa che non si deve considerare esclusivamente il contributo calorico dell’alimento, bensì valutare la qualità dei nutrienti contenuti e rapportare le quantità alla porzione di consumo.